Se vince il centrosinistra «lui va alla ricerca di fargli il vicesindaco, no? Se si perdono le elezioni comunali, siccome è un manager, è un ingegnere, un incarico regionale, in attesa che si candida la prossima volta alla Regione, però ci deve essere». «Va bene va bene va bene ok, ciao ciao. È meglio non parlarne al telefono». È il dialogo, intercettato dagli investigatori, tra l'ex consigliere regionale Nicola Adamo ed il governatore della Calabria Mario Oliverio, indagati entrambi per corruzione nell'inchiesta della Procura di Catanzaro "Passepartout".
In particolare, il dialogo - riportato nel provvedimento con cui il gip ha sospeso dai pubblici incarichi altri due indagati - si riferisce alle dimissioni di 17 consiglieri comunali di Cosenza, alcuni dei quali di maggioranza, che portarono alla decadenza del sindaco forzista Mario Occhiuto. Episodio per il quale è indagato anche l'allora presidente del Consiglio comunale Luca Morrone. Dimissioni dietro le quali, secondo l'accusa, ci sarebbe stata la regia di Adamo. Al riguardo nel provvedimento del gip viene riportato il testo di un sms inviato da Adamo al capogruppo del Pd alla regione Sebi Romeo, che non è indagato. «Se riusciamo a far cadere Occhiuto - scrive Adamo - dobbiamo farlo con chiarezza, non deve apparire come una congiura di palazzo, rischieremmo un boomerang».
Morrone, secondo l'accusa, avrebbe accettato di firmare le dimissioni in cambio della carica di vicesindaco nella eventuale nuova maggioranza o un incarico di ingegnere alla Regione. Ed è in questo contesto che si inserisce la conversazione intercettata tra Adamo e Oliverio.

 

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