E il legale di Concetta Ferrari: «Rigettate da gip e Tdl le richieste cautelari». L'Università Pegaso: «Piena collaborazione con la Procura. La nostra gestione non è interessata»
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«Con riferimento alla notizia inerente il coinvolgimento del Segretario Generale della Cisal in un procedimento penale presso il Tribunale di Napoli, colpisce il fatto che chi ha divulgato tale notizia si sia guardato bene dal dire che il competente Tribunale della Libertà, con venti pagine di motivazione, ha ritenuto insufficienti finanche i semplici indizi di colpevolezza a carico del mio assistito». È quanto fa sapere, con una stringatissima nota, Domenico Colaci, avvocato di Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, tra gli indagati dell’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli che ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione, oltre che per Cavallaro (di Dinami, nel Vibonese), anche per l’attuale segretario generale del Ministero del Lavoro Concetta Ferrari (all’epoca dei fatti al vertice della Direzione generale per le Politiche Previdenziali del Ministero del Lavoro) e per il patron della Salernitana, l’imprenditore Danilo Iervolino.
«Prendiamo atto della diffusione, tardiva e non casuale, di questa notizia», commenta l'avvocato Alessandro Diddi, legale di Concetta Ferrari. «Peccato - aggiunge - che siano già state chieste delle misure cautelari per gli indagati, tutte rigettate dal giudice per le indagini preliminari sia dal Tribunale delle Libertà di Napoli».
Dal canto suo l'Università Pegaso precisa che «si tratta di una vicenda precedente all'attuale gestione, per la quale è stata fornita piena collaborazione alla Procura, che ha qualificato Università Pegaso come parte lesa e si riserva di ricorrere in tutte le sedi a propria tutela».