Sanità Calabria

Contratti di medici e infermieri dell’elisoccorso fermi a 24 anni fa e ancora espressi in lire: il Governo blocca gli aumenti

Dovrebbero essere pagati dai calabresi con le aliquote fiscali ma il piano di rientro dal debito non lo consente. Senza preventiva autorizzazione dei ministeri la Regione non può procedere a erogare gli incentivi da 40 a 100 euro l'ora 

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di Luana  Costa
18 luglio 2024
06:15

Né un congruo compenso – o quanto meno equiparato all’attuale costo della vita – né prestazioni aggiuntive. In Calabria ci sono categorie di sanitari per i quali la remunerazione è rimasta cristallizzata a 24 anni fa. Al 2000, con un contratto che conteggia il denaro ancora in lire e a cui si aggiunge adesso anche l’impossibilità di percepire prestazioni aggiuntive.

Incentivi per medici e infermieri

Era stato uno dei primi provvedimenti a cui aveva lavorato il Consiglio regionale agli esordi del nuovo anno. Approvato alla fine di gennaio come un ritocco a una precedente legge che aveva introdotto misure per fronteggiare la penuria di medici nei pronto soccorso e nelle rianimazioni introducendo prestazioni aggiuntive a 100 euro all’ora.


Anche per l'elisoccorso

La misura estesa quindi – con la nuova norma – anche ai medici e agli infermieri in forza all’elisoccorso. Se la prima è però riuscita a superare indenne, ma non senza rilievi, il vaglio del Governo, la seconda ha trovato, invece, come ostacolo i tecnici ministeriali che nell’ultima riunione hanno frenato l’operazione non autorizzando l’utilizzo delle risorse.

Le risorse congelate

In sostanza, la legge prevede il pagamento di incentivi ai medici e agli infermieri dell’elisoccorso, prestazioni aggiuntive rispettivamente a 100 e 40 euro all’ora ma con risorse attinte dal maggior gettito delle aliquote fiscali, tasse pagate dai cittadini calabresi a copertura del disavanzo sanitario. Denaro che non potrà però lasciare le casse della Regione senza preventiva autorizzazione da parte dei ministeri che vigilano sul piano di rientro sanitario.

Déjà vu

«Tale autorizzazione non risulta intervenuta» annotano i tecnici ministeriali nel verbale dell’ultima riunione. Un déjà vu. Già a marzo da Roma avevano stoppato una simile operazione congelando i 68 milioni che la Regione aveva riprogrammato a copertura dei maggiori costi scaturiti dalle varianti progettuali per la costruzione dei nuovi ospedali.

Equilibrio di bilancio

Niet nuovamente reiterato dalla troika ministeriale ad aprile: «Si ricorda che la Regione in piano di rientro deve obbligatoriamente destinare alla garanzia dell’equilibrio del servizio sanitario regionale i gettiti derivanti dalle maggiorazioni delle aliquote fiscali Irpef e Irap». La Cittadella dovrà, dunque, rinunciare all’impiego di quei fondi fino a quando non riuscirà a dimostrare di aver raggiunto l'equilibrio di bilancio o fin quando non avrà concluso la ricognizione del debito sanitario.

Giornalista
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