Sono arrivati questa mattina a Reggio Calabria, con i mezzi dell’esercito, i medici cubani tanto attesi. Dopo mesi di dibattiti e polemiche i sanitari hanno varcato la soglia degli uffici della Prefettura reggina. Dopo aver portato a termine la parte burocratica in giornata, saranno pronti ad iniziare questa nuova avventura. Il 2 gennaio è previsto infatti l'inizio dei corsi intensivi di italiano all'Unical, poi saranno dislocati negli ospedali calabresi.

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Sorridenti ed entusiasti hanno salutato una Reggio incuriosita che, ancora oggi, non sa bene da che parte schierarsi: se essere fiduciosa nel supporto che questi sanitari daranno alla sanità calabrese fortemente compromessa o se continuare a credere che la scelta giusta fosse quella di investire sulle risorse interne. 
Il banco di prova è ormai alle porte e, dopo l’accoglienza che il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha riservato ieri ai sanitari, cresce l’attesa per l’arrivo in Calabria dell’ambasciatrice cubana in Italia Mirta Granda Averhoff previsto per domani. 

Sarà l’ennesimo tassello che sugellerà quest’accordo partito con la premessa di dare sollievo a un sistema sanitario messo in ginocchio. Un sistema che vede i cittadini pagare il prezzo più alto di scelte che negli anni hanno ridotto risorse e strutture all’osso. Un sistema che vede oggi questi professionisti pronti a dare una mano e una risposta ai calabresi che hanno atteso il loro arrivo. 

Ma questa non è certo la soluzione definitiva a un’emergenza che lo stesso governatore ha inteso affrontare continuando a reclutare medici italiani per non consentire che altri presidi sanitari siano costretti a chiudere per la cronica carenza di personale.