"Basta con le parole” ha detto il Presidente della Regione Mario Oliverio, intervenendo ,sul dramma dell’emigrazione, a margine di una manifestazione svoltasi a Paterno Calabro.

“Dopo l'immane tragedia della notte scorsa – ha continua Oliverio - in cui 700 profughi sono annegati nel Canale di Sicilia in quella che è stata definita la più grande tragedia di sempre, le parole e le polemiche stanno a zero. Ora occorre assumere decisioni urgenti e concrete che mettano finalmente fine ad un dramma che, più passa il tempo, più assume le proporzioni di un'immane carneficina. E' giunto il momento che il mondo intero si mobiliti per fermare questa strage infinita. Personalmente e come rappresentante della Calabria più volte siamo intervenuti su questa terribile tragedia, ammettendo la nostra impossibilità e quella dei singoli comuni ad affrontare un problema così drammatico e sproporzionato alle nostre forze e sollecitando gli organismi preposti ad accendere i riflettori soprattutto sul problema dell'accoglienza e dell'integrazione di quanti, disperati, affamati e perseguitati, sono costretti a fuggire dai loro paesi per trovare una speranza, un rifugio ed un futuro altrove. Rispetto ad un fenomeno che coinvolge migliaia di uomini, donne e bambini non si può girare la testa e far finta di niente o assumere atteggiamenti xenofobi e populisti, il cui risultato è solo quello di fomentare e aumentare odio e violenza. Una regione generosa e accogliente come la nostra, che storicamente ha vissuto sulla propria pelle il dolore dell'emigrazione, non può accettare discorsi e atteggiamenti di questo tipo. In un momento drammatico come questo nessuno può utilizzare il bisogno di questi esseri umani, per operare speculazioni elettoralistiche che lasciano il tempo che trovano. Occorre assumere subito azioni consequenziali e concrete”.


“Nelle prossime ore -ha proseguito Oliverio- chiederò un incontro al ministro Alfano per verificare quali iniziative possiamo assumere, come Regione, soprattutto per quanto riguarda l'accoglienza e l'integrazione di quanti scappano dai loro Paesi. Chiamerò alla mobilitazione il mondo della cultura, della Chiesa e del volontariato, i giovani, le forze sociali, i movimenti, le associazioni per concordare, insieme ad essi, iniziative concrete e credibili. Tutti, nessuno escluso, abbiamo il dovere di assumere iniziative coerenti con la nostra storia e con quello che diciamo. Dobbiamo lavorare perché si crei un clima nuovo e più umano rispetto a questo fenomeno e perché si apra una nuova stagione di attenzione, di civiltà e di rispetto umano e civile verso una problematica che, se non governata adeguatamente, rischia di esplodere e di ritorcersi contro il nostro Paese e la stessa Comunità Europea. Per questo motivo siamo concretamente al fianco di chi, come il leader del Movimento dei Diritti Civili, Franco Corbelli, si batte con tutte sue forze, perché si realizzi un cimitero dei migranti, una iniziativa di grande valore umanitario che ha l'obiettivo di realizzare un luogo simbolico nel comune di Tarsia, in prossimità dell'ex campo di concentramento di Ferramonti, in cui ricordare quanti perdono la vita nei lunghi viaggi della speranza. Un luogo dove tanti familiari possano ricercare i loro affetti perduti e dove l'umanità intera possa rendere omaggio e ricordare il dramma che sta coinvolgendo milioni di esseri umani, vittime della miseria e di uno sviluppo squilibrato. Una dramma che sta segnando questa fase storica così come le guerre ne hanno segnato altre più o meno recenti".