Affronterà il processo da uomo libero Teodoro Mazzaferro, 70enne coinvolto nell’operazione “Provvidenza”, accusato di essere uno dei più influenti boss della Piana di Gioia Tauro. Il decreto di scarcerazione è stato emesso dal Tribunale della Libertà di Reggio Calabria che ha accolto il ricorso avanzato dai legali Guido Contestabile e Domenico Alvaro.

 

Mazzaferro era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Dda reggina, denominata “Provvidenza”, e condotta dai Carabinieri del comando provinciale nel gennaio dello scorso anno, accusato di "aver agito in nome e per conto dei vertici assoluti della famiglia Piromalli, ideando vere e proprie speculazioni immobiliari nell'interesse dei medesimi e di tutta la cosca, come quella avete ad oggetto svariati ettari di terreno siti in contrada Filaruso di Gioia Tauro. Inoltre- è riportato sempre nel capo d'accusa -contribuiva a tenere i rapporti con le altre famiglie della Piana di Gioia Tauro come i Crea di Rizziconi ed interveniva, in nome e per conto della cosca Piromalli a dirimere i contrasti interni".

 

Nei giorni scorsi inoltre, la Procura di Palmi ha notificato a Teodoro Mazzaferro  l'avviso di conclusioni delle indagini preliminari nell'ambito del procedimento volto a fare luce sull'omicidio del barone Livio Musco, assassinato a Gioia Tauro il 23 marzo del 2013. Secondo la Procura, retta da Ottavio Sferlazza, Mazzaferro- difeso dai legali Contestabile e Domenico Putrino- avrebbe ucciso l'anziano barone insieme a Domenico Berdji Musco, nipote della vittima (indagato anche lui a piede libero). Mazzaferro, per questi fatti, era stato arrestato dai Carabinieri nell'ottobre del 2016 e scarcerato dopo pochi giorni dal Riesame. Per i magistrati di Palmi, il movente del delitto sarebbe da ricercare in un debito contratto tra vittima e assassino.