VIDEO | Si conclude a 70 anni l'esperienza professionale del magistrato cosentino che nel corso della sua vita ha coordinato tre inchieste antimafia importanti: Anaconda, Missing e Terminator
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Il magistrato di Cosenza Mario Spagnuolo lascia a 70 anni le funzioni direttive di procuratore capo di Cosenza e va in pensione dopo oltre un quarantennio passato a combattere la criminalità organizzata di stampo mafioso e la mala gestione nella pubblica amministrazione. Questa mattina, alle 12, nell'aula della Corte d'Assise di Cosenza, si terrà la cerimonia ufficiale alla presenza di numerose autorità civili, istituzionali e religiose.
I processi antimafia seguii da Spagnuolo
Spagnuolo ha concluso la sua esperienza professionale nella città in cui è nato e dove ha mosso i primi passi, coordinando tre inchieste importanti contro la 'ndrangheta cosentina: Anaconda, Missing e Terminator. Nel primo caso si parla della cosca Cicero, completamente azzerata dall'operazione scattata negli anni Duemila, a cui ha fatto seguito il celebre processo sugli omicidi avvenuti dal 1977 al 1994, tra cui il delitto di Sergio Cosmai, all'epoca direttore del carcere di Cosenza. Infine, il procedimento penale contro i clan nati dopo la guerra di mafia saliti al potere avendo eliminato i boss storici di Cosenza, quali Francesco Bruni "Bella bella" senior e Antonio Sena alias "Mammasantissima".
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Spagnuolo iniziò la carriera da giudice
Il primo processo fu quello di Antonio Chiodo, nel 1981, uno degli assassini decisi dalla 'ndrangheta cosentina nel periodo più buio dal punto di vista criminale. Spagnuolo all'epoca rivestì il ruolo di giudice, che svolse anche nel delitto Sergio Palmieri. Negli anni 2000 è passato poi alla Dda di Catanzaro, ottenendo dal Csm la nomina di procuratore aggiunto. Infine, l'incarico direttivo alla procura di Vibo Valentia, dov'è rimasto fino al 2016, chiudendo il cerchio poi nella città dei bruzi, con inchieste sulla sanità cosentina e non solo. Ad abbracciare calorosamente Mario Spagnuolo ci saranno tanti suoi colleghi provenienti dal Distretto giudiziario di Catanzaro ma anche da altre zone della Calabria.