Stop allo sgombero dello stabile Aterp di Via Savoia e dell’ex Hotel Centrale, occupati dai senzatetto del comitato Prendocasa di Cosenza. Mario Oliverio sorprende tutti e dopo una breve interlocuzione con il prefetto Gianfranco Tomao, congela di fatto le operazioni di rimozione forzata delle famiglie residenti ormai da diversi mesi nei due immobili. Contestualmente annuncia un intervento legislativo per favorire cooperative di recupero degli edifici pubblici abbandonati, da destinare a nuove abitazioni.

La politica batte un colpo

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Perché soltanto adesso che da emergenza sociale, la vicenda si è trasformata in caso politico, la politica, cui è demandata la risoluzione dei problemi, ha mosso qualche passo. Certo, la Regione paga la fallimentare gestione dell’Aterp, la famigerata Azienda Terrritoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica, incapace anche di censire il suo stesso patrimonio, i cui alloggi sono oggetto di occupazioni abusive, o addirittura di illecite compravendite. Ma tra istituzioni e comitato è iniziato un dialogo costruttivo che potrebbe sfociare nell’adozione di un percorso condiviso per giungere alla soluzione almeno parziale dell’emergenza abitativa.

Un riparo per tante famiglie

Nel frattempo i due stabili, contenitori di cemento rimasti per lungo tempo vuoti e abbandonati, hanno offerto un riparo, un conforto a uomini, donne e bambini, nelle gelide notti invernali, insieme al calore di un rapporto umano senza barriere, dove la provenienza e il credo religioso non fanno differenza. Dove il bisogno morde e ci si sostiene l'uno con l’altro, in una visione utopistica di un mondo nel quale i solchi più profondi li scava la condizione economica. Di questo centinaio di fantasmi praticamente fino a ieri non si è occupato nessuno. Ci siamo lasciati alle spalle una campagna elettorale dai toni accesi e fiumi di parole sui più svariati argomenti. Non sul tema dell’emergenza abitativa. Nelle 58 pagine del contratto di governo sottoscritto dalle forze di maggioranza, la parola casa non compare neppure per una volta. Quando il rischio dello sgombero è diventato concreto, la musica è cambiata e nelle redazioni sono fioccati i comunicati stampa.

Schermaglie con l’amministrazione di Palazzo dei Bruzi

Chiamato in causa nelle ultime ore sia dal Movimento Cinquestelle, sia dal consigliere regionale Carlo Guccione, il comune di Cosenza ha replicato più volte, l'ultima con il vicesindaco Jole Santelli, ricordando che Palazzo dei Bruzi assiste «attraverso vari interventi, circa 600 nuclei familiari, assicurando a oltre un terzo di queste famiglie il pagamento dell’intero canone annuale di locazione. Per i restanti due terzi – aggiunge la Santelli - il comune si è sostituito con i propri fondi alla Regione Calabria attraverso la concessione di un contributo. Inoltre, abbiamo dato avvio al primo progetto di auto-recupero. Quando saranno concluse le procedure di affidamento dei lavori strutturali, saranno individuati nove nuclei familiari che parteciperanno attivamente alla ristrutturazione di uno stabile comunale. E a differenza di quanto affermano i rappresentanti dei Cinquestelle, tutti gli immobili comunali sono stati oggetto di una attività di verifica e monitoraggio che ha permesso di individuare tutte le occupazioni abusive. Gli alloggi comunali sono inoltre oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria per un investimento di 1,5 milioni di euro».

L’ombra di Salvini e del nuovo corso al Viminale

Secondo Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, l’accelerazione sugli sgomberi è il risultato delle politiche del ministro degli interni Salvini «che ha una certa predisposizione – è scritto in un comunicato - per la guerra ai poveri, per cui ha decretato guerra ai pericolosi senza casa che hanno la colpa di aver occupato e riqualificato immobili inutilizzati, simbolo della corruzione e dell’abbandono. Per quanto ci riguarda, esprimiamo massima solidarietà agli occupanti e alle occupanti Prendocasa, dichiarandoci già disponibili e pronti a tutte le azioni di sostegno necessarie».