Corpi in mobilitazione contro le guerre fatte da uomini per opprimere i corpi, soprattutto quelli femminili o non conformi. La guerra è figlia del capitalismo e del patriarcato grida il movimento transfemminista Romano che rifiuta le armi esprimendo solidarietà alle donne ucraine ma anche alle sorelle russe nel mirino di Putin.

Si dice che durante ogni conflitto le donne scompaiono e alcune guerre sono già così dimenticate (non narrate dai media) che le protagoniste non devono nemmeno scomodarsi a sparire perché sono già ingoiate dall’indifferenza di un mondo che razzializza persino la pietà.

Non una di Meno, nella giornata nazionale delle donne, scende in piazza per tutte le identità oppresse. Dopo due anni di pandemia che hanno sconvolto le società e fatto perdere alle donne diritti fondamentali ora la guerra rischia di incidere drammaticamente soprattutto sulle migranti. Nel loro destino condizioni di vita precaria, soprusi, violenze di genere, sfruttamento. I corpi in marcia da piazza della Repubblica si mobilitano contro questo: «Perché il femminismo unisce non divide».