L’inchiesta della Procura di Castrovillari prosegue a ritmo serrato e potrebbe concludersi entro la fine dell’anno con la richiesta di rinvio a giudizio delle tre persone indagate per l’omicidio di Denis Bergamini. Nei confronti di Isabella Internò e del camionista Raffaele Pisano, i magistrati ipotizzano il reato di omicidio aggravato dai motivi futili e abietti. Per Luciano Conte, marito di Isabella Internò, iscritto solo di recente nel registro degli indagati, si parla invece di favoreggiamento.

La ricostruzione smentita dai periti

Il giovane centrocampista del Cosenza perse la vita il 18 novembre 1989, alla vigilia di una partita del campionato di serie B. Nel pomeriggio si allontanò dal cinema Garden, dove stava assistendo ad un film insieme ai compagni di squadra. Nessuno sa perché, né per quale motivo due ore dopo si sia trovato a Roseto Capo Spulico dove, secondo la ricostruzione di Isabella Internò, si sarebbe suicidato gettandosi sotto le ruote di un camion in transito sulla statale 106. Questa versione è stata smentita dagli accertamenti medico legali condotti sul corpo del povero Denis, riesumato nel luglio del 2017. Per gli esperti non ci sarebbero dubbi: Bergamini fu soffocato e adagiato sotto le ruote del pesante automezzo quando era in fin di vita oppure già morto.

La determinazione di Donata

Donata Bergamini non ha mai smesso di lottare per la ricerca della verità, né ha mai creduto alla versione del suicidio, accettata frettolosamente anche dagli inquirenti che all’epoca dei fatti si occuparono del caso. «29 anni di disumane battaglie per una Giustizia evidente negata da chi ha spento la luce anziché accenderla – ha scritto la sorella del calciatore in un post sui social – E’ un weekend veramente emozionante – ha aggiunto - Tantissime le persone che mi hanno espresso la loro vicinanza e una grande fiducia nell'operato del procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla. Ora sappiamo, anche se era già chiaro nel 1989, che Denis è stato ammazzato. Siamo in attesa perché tutti i responsabili paghino in base alle proprie responsabilità, senza sconti di pena».