Le paline pubblicitarie sono sorte recentemente un po’ ovunque a Vibo: in bella vista c’è una scritta inequivocabile “bike sharing” e un Qr code, quel simbolo che una volta inquadrato con il cellulare ti rimanda a una pagina web. Proviamo. Si apre una pagina che annuncia il servizio, illustra con tanto di foto le 4 ciclostazioni in giro per la città e invita a scaricare l’app che consente il noleggio delle bici. Grande. Lo facciamo, scarichiamo l’app, ma il risultato è quello che temevamo: per Android l’applicazione nello store non c’è proprio (un messaggio avvisa che è obsoleta) mentre per Ios si può scaricare ma quando viene attivata restituisce solo una pagina bianca. È questo quello che accade oggi, marzo 2025, a chi, magari un turista ignaro e fiducioso, prova a usare il servizio di bike sharing di Vibo.

Nell’ottobre del 2022 a Vibo Valentia veniva inaugurato il servizio di bike sharing che avrebbe dovuto rendere la città capoluogo di provincia più sostenibile, moderna e accessibile. A distanza di quasi due anni e mezzo però il servizio è andato completamente in disuso.

Eppure è stato “inaugurato” quasi due anni e mezzo fa, il 6 ottobre 2022, con l’ex sindaco Maria Limardo in sella a una della 20 biciclette elettriche a pedalata assistita che avrebbero dovuto lanciare il capoluogo di provincia verso una mobilità più sostenibile, moderna e accessibile.

Un progetto al passo con i tempi e nel pieno rispetto dell’ambiente costato finora 70mila euro di fondi pubblici e che, a distanza di quasi due anni e mezzo da quel famoso 6 ottobre, si è tradotto purtroppo in un fallimento anche per via di una serie di pesanti atti vandalici che hanno compromesso a più riprese l’utilizzo del servizio. Un’inaugurazione fatta a favore di telecamere nonostante allora non ci fosse ancora un gestore che si facesse carico del servizio, diventato poi operativo soltanto nell’aprile del 2023 a seguito di un periodo di collaudo del sistema digitalizzato e dopo che ben tre gare per l’affidamento sono andate deserte.

Alla fine la gestione del bike sharing fu affidata alla Confederazione Nazionale del Lavoro rappresentata da Michele Catania: «Ci proponemmo per la gestione del servizio perché siamo convinti che la strada da imboccare sia quella dell’ecosostenibilità e della mobilità a impatto ambientale zero, così come accade in altre città calabresi e italiane – racconta Catania ai nostri microfoni – ci credevamo davvero ma ci crediamo ancora oggi, nonostante tutto». Continua a leggere su ilVibonese.it