Per capire cosa sta succedendo nella piana di Sibari, è necessario fare un passo indietro, riprendendo le preoccupazioni della Direzione nazionale antimafia, che nel 2016 in una relazione sulle dinamiche criminali nel panorama italiano, aveva evidenziato un cambio di passo delle cosche operanti tra Cassano Ionio e la fascia jonica, alla luce del pentimento dell’allora collaboratore di giustizia Antonio Forastefano, oggi “fuoriuscito” dal programma di protezione, su decisione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

Lunga di scia di sangue nella piana di Sibari

Due anni dopo il documento redatto dai magistrati antimafia, avvenne l’omicidio eccellente di Leonardo Portoraro, giustiziato a Villapiana in una calda estate del 2018. Fu l’inizio di una serie di delitti di stampo mafioso avvenuti sistematicamente tra giugno e agosto, come a voler confermare la trama della serie “La mafia uccide solo d’estate”, diretta da Pif.
Ricordiamo, infatti, gli assassini di Francesco Romano e Pietro Greco, trucidati nella Sibaritide nel mese di luglio del 2019; quello di Francesco Elia, l’imprenditore di Cassano Ionio, fatto fuori nei pressi della sua azienda agricola a colpi di kalashnikov, mentre il suo aiutante, un cittadino straniero, scampò miracolosamente all’agguato, teso nel luglio del 2020. Senza dimenticare il caso di “lupara bianca” di Pietro Longobucco, scomparso nel dicembre dal 2018 in circostanze misteriose.

Duplice omicidio di Castrovillari: le ipotesi degli investigatori 

L’attualità, invece, ci porta in contrada Gammellone, zona di campagna di Cammarata, periferia di Castrovillari, luogo in cui gli agricoltori coltivano pescheti e agrumeti. Un’area quindi non propriamente di passaggio e dunque “appetibile” per commettere un delitto efferato. Perché l’uccisione di Maurizio Scorza, 57 anni, e Hedhli Hanese, 38enne di origine tunisina, va inquadrato nel contesto mafioso della Sibaritide. Equilibri che rischiano di saltare se qualcuno si mette in testa di non rispettare le “regole criminali”. Se questo sia il caso di Scorza, è ancora presto per dirlo, anche perché le precedenti investigazioni lo indicavano come un soggetto dedito allo spaccio di droga, senza tanti “grilli per la testa”. Cosa sia cambiato negli ultimi anni non è dato saperlo, anche perché nella zona della piana di Sibari, se consideriamo le tesi della Dda di Catanzaro nell’operazione Kossa, i clan storici – Forastefano e Abbruzzese – hanno deciso di non farsi più la guerra, controllando insieme il territorio in ogni suo aspetto. Dalle attività imprenditoriali al traffico di droga. Questo è quanto sostengono le forze dell’ordine.

Chi ha sparato contro Maurizio Scorza e la sua compagna di vita, ha utilizzato un’arma corta. Le prime ipotesi sul momento in cui sia stato commesso materialmente il duplice omicidio, fanno pensare che le due vittime abbiano incontrato i killer tra le ore 18 e le ore 19 del 4 aprile 2022. La persona che ha contattato i carabinieri invece ha composto il numero della Centrale Operativa intorno alle 21. Poi i militari dell’Arma di Castrovillari, si sono fiondati in contrada Gammellone, ritrovando l’uomo e la donna all’interno della Mercedes Glk. Un’auto dotata verosimilmente di impianto satellitare, capace quindi di chiarire il tragitto percorso dalle vittime e poi dagli esecutori materiali del duplice delitto di mafia. Altro elemento su cui stanno lavorando gli investigatori, oltre all’analisi dei dati presenti sul cellulare del 57enne, è quello relativo al luogo in cui è stato commesso il fatto. Si ipotizza che Scorza e la ragazza tunisina, siano stati ammazzati in una zona “sicura”, abbandonando poi dì fretta e furia l’auto di Scorza lungo la strada ricadente nel comune dì Castrovillari. Per ora, è solo un’ipotesi. Volevano bruciarla o cosa? Si vedrà.

Domani l’autopsia

Il pm della procura di Castrovillari, Angela Continisio, ha disposto che sui corpi di Maurizio Scorza e di sua moglie Hanene Hedhli venga effettuato l'esame autoptico e balistico. La procura di Castrovillari, in tal senso, ha nominato il criminalista Luca Chianelli, dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Laboratorio di Genetica Forense come consulente balistico, mentre il dottor Walter Caruso, primario del reparto di medicina legale dell’ospedale di Castrovillari, in qualità di consulente per l’esame autoptico. L’incarico al dottor Caruso sarà conferito stamane 6 aprile, alle 13,30, mentre l’incarico al consulente balistico sarà conferito giovedì, 7 aprile, alle 11:00 sempre presso la Procura del Tribunale di Castrovillari. I due esami, con ogni probabilità, saranno eseguiti nel pomeriggio di domani.

L’agguato contro Maurizio Scorza nel 2013

Infine, le considerazioni rispetto all’agguato subito da Maurizio Scorza nel 2013, a Castrovillari. Il primo pensiero è quello di collegare i due eventi delittuosi. Ma in questa terra le cose possono cambiare radicalmente da un giorno all’altro. Su questo punto infatti si cerca di approfondire un aspetto non di secondo piano: chi sparò contro il “Cacaglio”, soprannome della vittima, oggi forse non c’è più. Sarebbe un punto di partenza per escludere il movente della vendetta. La Dda di Catanzaro lavora “sotto traccia” per farsi trovare pronta, quando gli atti del fascicolo transiteranno da Castrovillari al capoluogo di regione.