VIDEO | L'animale è stato trovato in una pozza di sangue a Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro. È stato operato d'urgenza e sta imparando a camminare di nuovo, pur senza una gamba. L'appello: «Chiediamo a chi ha un cuore grande di prenderlo con sé»
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«Lo abbiamo trovato in via Bernardino Telesio, buttato in un angolo, con la zampa gonfia e piena di sangue. Il colpo era proprio sotto, quindi si pensa che sia stato fatto di proposito». Il racconto di Monia Agnone si fa via via sempre più agghiacciante. Lei e un'altra volontaria animalista, Barbara Stella, la sera del 15 settembre scorso hanno soccorso un cane in una zona centrale di Marcellina, vasta frazione di Santa Maria del Cedro, e sottratto a morte certa. L'hanno trovato per caso, attirate dai rantoli, e dopo un breve consulto con il veterinario hanno deciso di affidarlo alle cure della clinica Pegaso di Paola, dove poi l'animale è stato operato d'urgenza. «I medici ci hanno detto che la zampa era piena di pallini, potrebbe essere stato un cacciatore». Le ferite ricorderebbero quelle di un fucile caricato a pallettoni. «Ma non conosciamo i motivi, non ne abbiamo idea».
Come sta ora Simba
All'animale, ribattezzato Simba, è stato amputato l'arto ferito, ma non è più in pericolo di vita e piano piano sta imparando a camminare di nuovo, anche grazie all'amore del personale della clinica veterinaria paolana. «Al momento lo stiamo curando a nostre spese - dice Monia - anche se le altre volontarie in questi giorni hanno aperto una raccolta fondi». I costi per le cure sono alti e aumentano di giorno in giorno. Per questo, da alcune ore, si invoca l'adozione. «Chiediamo a chi ha un cuore grande di prendere con sé questo cane. Avrà una vita normale, è sano, è vaccinato. Con il tempo vogliamo anche sterilizzarlo, anche a spese nostre, non c'è problema».
Poca attenzione al problema del randagismo
Tutto è bene ciò che finisce bene, ma l'episodio del cane Simba lascia molteplici perplessità. Chi ha sparato un colpo di fucile in pieno centro abitato? E per quale motivo? Al momento non è dato rispondere a queste domande, quel che è certo è che finora ogni tentativo delle volontarie di arginare il problema del randagismo è caduto nel vuoto. «Io ed altre persone - continua Monia - abbiamo presentato il progetto di un canile già quindici anni fa alla Regione Calabria, ma non ci sono mai soldi per realizzarlo. Mi sono rivolta anche ad alcune associazioni - che non avrebbero mostrato alcun interesse al progetto - e anche al Comune. Tutti i sindaci che ci sono stati hanno promesso ma nessuno ha fatto niente». Eppure gli episodi spiacevoli sono incessanti: «Ho sempre presentato degli esposti. Una volta abbiamo dovuto denunciare un uomo per maltrattamenti sugli animali. I cani sono stati presi a pietrate, li hanno avvelenati. In un giorno ne hanno avvelenato anche sette o otto». Poi c'è il rischio che il veleno finisca indirettamente nelle mani dei bambini che ancora giocano per strada. «Quello di Simba - conclude Monia - non è un caso isolato». E questo dovrebbe far riflettere.