’Ndrangheta e tifo

«Il clan Bellocco fece pressioni per entrare nella curva dell’Inter e spartire gli affari»: le dichiarazioni del capo ultrà Beretta ai pm

L’erede della cosca di Rosarno si sarebbe fatto avanti senza toni minatori dopo la morte di Vittorio Boiocchi. Al centro dei contrasti la spartizione degli introiti del merchandising e dei biglietti

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di Redazione Cronaca
13 settembre 2024
17:54
Antonio Bellocco e Andrea Beretta
Antonio Bellocco e Andrea Beretta

La curva nord interista fece «entrare» nel direttivo Antonio Bellocco, 36enne erede dell'omonima cosca della 'ndrangheta, ucciso a coltellate il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese, perché il clan, come già era accaduto anche per altre cosche, faceva «pressioni» per essere parte di quel mondo e soprattutto per spartire i proventi dei business. È questo il senso di parte delle dichiarazioni rese nei giorni scorsi dal capo ultrà Andrea Beretta, prima di essere fermato per omicidio volontario aggravato e detenzione illegale di una pistola, nell'inchiesta condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri e coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra.

Secondo la versione di Beretta, prima a gestire i rapporti con uomini della criminalità organizzata ci pensava Vittorio Boiocchi, lo storico capo ultrà freddato a colpi di pistola nel 2022 (gli autori non sono stati ancora individuati). 


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Bellocco si sarebbe presentato dopo la morte di Boiocchi, senza toni minatori, in modo affabile, ma sarebbe stato portato dentro il direttivo anche come forma di protezione. Beretta ha raccontato che lui si occupava del merchandising e della gestione dei biglietti per le partite, affari che avevano prodotti incassi elevati soprattutto per le ultime stagioni trionfali del club nerazzurro. Bellocco si lamentava, però, perché, a suo dire, avrebbe ottenuto solo le «briciole» e per quel motivo sarebbero sorti contrasti con Beretta.

Ci fu una discussione nell'auto davanti alla palestra di Cernusco che, poi, portò all'omicidio, con Beretta che aveva paura, anche sulla base di confidenze di altri, che Bellocco lo volesse ammazzare. Il capo ultrà 49enne, stando alla sua versione, però, non si è mai occupato di traffici di droga, mentre dei parcheggi attorno allo stadio di San Siro, altro business, si occupava Boiocchi.

Beretta avrebbe detto anche di essersi sentito tradito, nei rapporti con Bellocco, «dagli amici». Intanto, la difesa di Beretta, col legale Mirko Perlino, ha acquisito il video integrale delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso l'omicidio avvenuto nell'auto di Bellocco, ucciso con 11 coltellate letali al cuore e alla gola.

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