In primo grado inflitte pene per 640 anni di carcere. La difesa questa mattina ha chiesto l'esame del collaboratore di giustizia Santino Mirarchi, principale testimone contro le cosche di Borgia e Vallefiorita
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Si è aperto questa mattina a Catanzaro il processo di appello scaturito dall'inchiesta denominata Jonny, istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e scattata all'alba del maggio 2017. Un'operazione che aveva portato alla luce le presunte ingerenze della cosca Arena nella gestione del centro di accoglienza per migranti e nell'economia del territorio di Isola Capo Rizzuto.
Le sentenze di condanna
Appena qualche mese fa, il Tribunale di Crotone aveva emesso sentenza di condanna per venti degli imputati che avevano scelto di essere giudicati con rito ordinario. Tra questi anche l'ex parroco di Isola Capo Rizzuto e correttore spirituale della Misericordia, don Edoardo Scordio, condannato a 14 anni e 6 mesi per associazione mafiosa. Mentre nel giugno del 2019 Il Gup distrettuale di Catanzaro, Carmela Tedesco, aveva inflitto pene complessive per 640 anni di carcere contro i 65 imputati che avevano scelto il giudizio abbreviato.
Il processo di secondo grado
Questa mattina nell’aula bunker di Catanzaro è stato celebrato il secondo grado di giudizio che vede alla sbarra 65 imputati accusati a vario titolo di associazione mafiosa. Dopo la regolare costituzione delle parti, gli avvocati Antonio Lomonaco e Salvatore Staiano hanno chiesto alla Corte d'Appello - presidente Loredana De Franco, a latere Gioia e Luzzo) di ammettere in udienza l’esame del collaboratore di giustizia Santo Mirarchi, principale teste di accusa nei confronti dei clan di Borgia e Vallefiorita.
La richiesta della difesa è stata fondata sulla errata valutazione operata dal primo giudice in ordine alle precedenti dichiarazioni rese nel corso della sua collaborazione. Il Pubblico ministero, Domenico Guarascio, si è opposto alla richiesta di riapertura dell’istruttoria, e la Corte ha riservato la decisione rinviando alla prossima udienza del 13 novembre.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Sergio Rotundo, Saverio Loiero, Gregorio Viscomi, Giovanni Merante, Stefano Nimpo, Anna Marziano, Tiziano Saporito, Giovanni Lepera, Nicola Tavano e Roberto Coscia.