Il paziente era stato poi trasferito all’ospedale di Vibo. Nei giorni scorsi, assistito dal suo legale si è recato dai carabinieri raccontando la sua storia
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Aveva un ictus in corso ma per i medici del Pronto soccorso di Serra San Bruno si trattava di una mera allergia. A raccontare la vicenda, offrendo ovviamente la sua versione, è il diretto interessato, S. F., di 55 anni, che ha deciso di sporgere querela nei confronti di una dottoressa e di altri sanitari che avrebbero in qualche modo partecipato a questo caso clinico. L’uomo, assistito dal suo legale, l’avvocato Vincenzo Albanese, si è recato dai carabinieri raccontando la sua storia. A suo dire, dunque, alcuni medici del “San Bruno” avrebbero scambiato un ictus per un’allergia. Il fatto è avvenuto il 13 maggio scorso. «Dopo che un mio conoscente ha notato un rigonfiamento della mia guancia mi ha consigliato di recarmi al Pronto soccorso, e così ho fatto. Giunto qui, mi venivano somministrate ben 3 flebo di cortisone, perché secondo i medici ero stato colpito da una semplice forma di allergia. Dalle 18 alle 24 non sono stato sottoposto ad alcun accertamento medico-sanitario, a nessun esame del sangue o esame strumentale. Soltanto dopo insistenze mie e dei miei familiari, la dottoressa ha deciso di farmi una Tac. È da questo esame, tele-trasmesso all’ospedale di Vibo Valentia, che i medici del capoluogo hanno informato la dottoressa di Serra che c’era un ictus in corso e bisognava trasferirmi subito a Vibo. E così è stato. Qui sono stato ricoverato per 3 giorni in Terapia semi-intensiva e poi per 13 giorni ricoverato in Neurologia, dove sono stato sottoposto a trattamenti farmacologici e riabilitativi». Da qui la richiesta all’autorità giudiziaria di «valutare ipotesi di reato a carico della dottoressa e di ogni altro medico operatore sanitario eventualmente coinvolto».
L’avvocato Albanese ha così commentato la vicenda: «Nell’interesse del mio assistito, non posso che essere fiducioso sul conseguimento del fine giustizia attraverso il certosino lavoro degli organi inquirenti, in particolare, il comando dei carabinieri di Serra San Bruno, deputati a dimostrare se, nel caso di specie, la situazione di emergenza-urgenza rispetto al paziente F. S. sia stata sapientemente, diligentemente e, soprattutto, tempestivamente gestita da parte degli operatori in servizio presso il Pronto soccorso dell’ ospedale “San Bruno” al momento dell’episodio contestato, in base alla gravità della situazione clinica e in base a quali erano i parametri vitali e le manifestazioni macroscopiche della patologia. Sono altresì fiducioso - ha concluso il legale - che, in uno Stato di diritto, “chi sbaglia paga” non potendo essere ammesso un concetto di errore come causa di esclusione della colpevolezza tanto grande da poter confondere una allergia con un ictus».