Anziani, ammalati, pensionati… Accompagnatori, più o meno giovani. E poi il personale dipendente. Un’umanità variegata in attesa per ore. Via Murmura, palazzo Inps, accesso sbarrato. La vigilanza non apre, il servizio s’interrompe. Nell’anno domini 2018, a Vibo Valentia succede anche questo. «Siamo partiti da Tropea per essere qui alle 8 - dice un ragazzo -. Ed ecco mia nonna… Ha ottant’anni ed è lì in macchina che aspetta». Nessuno spiega loro cosa stia accadendo, perché gli uffici sono chiusi, se e quando apriranno.


Il personale dell’Inps si mostra ostile, certamente alle telecamere e ai giornalisti, e con l’utenza l’approccio si commenta da sé: «Perché mi riprende? Non mi riprenda! Riprenda la macchina parcheggiata in quel modo…». Allude all’auto dell’anziana inferma, lì sotto il sole da ore, posteggiata in maniera non ortodossa… Nessuno parla, nessuno spiega… L’atteggiamento è ostile, scostante. L’auspicio è che ad uffici aperti sia un po’ diverso.


C’è anche la responsabile dell’ufficio, Raffaella Contartese. «Non posso parlare, non sono autorizzata… Chieda alla Direzione regionale…». Già, ma se qualcuno non spiega, se nessuno dice, le informazioni che si divulgano rischiano di essere non corrette o parziali. In ogni caso quegli anziani in attesa, quei pazienti operati di cancro ed in attesa di una visita di controllo, quell’umanità variegata appunto, quantomeno una spiegazione la meritano. E invece no… Deve arrivare Pina Cosmano, segretaria della Filcams Cgil di Vibo Valentia, a dare qualche risposta: «Le guardie dell’Istituto di vigilanza notturna e diurna non percepiscono dalle due alle dieci mensilità - sintetizza -.


Il servizio è passato per una fase alla Sicurtransport. Stamani, per questioni attinenti le dinamiche delle due aziende, si è creato un cortocircuito e la conclusione è stata l’interruzione di un pubblico servizio. Noi avevamo interessato le istituzioni preposte per evitare che ciò avvenisse e invece…». Invece niente. Sottolinea la sindacalista: «Qui le vittime sono le guardie dell’Istituto di vigilanza notturna e diurna e l’utenza».


C’è chi va via, dopo più di due ore di attesa. Chi, dopo aver raggiunto la sede dell’Inps da paesi lontani, spera che - dopo tanta attesa - qualcuno apra e così aspetta. Nel frattempo arrivano anche i carabinieri che monitorano la situazione. In borghese, da quelle parti, giungono anche il comandante del Reparto operativo provinciale Luca Romano con il capo del Nucleo informativo Pietro Santangelo. Gli utenti sono composti, protestano con dignità e buonsenso. Gli unici ad agitarsi sono alcuni dipendenti dell’Inps: il problema non è quella porta chiusa, ma la telecamera che documenta tutto. Agli utenti in attesa, ignorati, nessuno dice una parola.