Lavorare in un comune al fianco di colleghi che svolgono le tue stesse mansioni, nell'arco di uno stesso orario ma che percepiscono uno stipendio più che doppio in busta paga, fruendo poi anche dei buoni pasto, delle ferie pagate, dei riposi, dei periodi di malattia, del versamento dei contributi per la pensione. Forse, per comprendere fino in fondo il dramma dei tirocinanti, l'unico modo è mettersi nei panni di queste persone impiegate da una decina d'anni al servizio della pubblica amministrazione, retribuite con un salario da fame, nella speranza di trovare, prima o poi, una stabilizzazione.

In pensione da tirocinante

Ma il tempo passa e le illusioni svaniscono: «Tra quattro anni andrò in pensione. Mi spetteranno 470 euro» - dice Santo Zumpano, assunto dal Comune di Celico. La sua è una riflessione amara e senza fronzoli: «Ci fanno fare un mazzo così, senza soldi, senza contributi e senza tutele. Ho tre figli che non lavorano. Come si fa ad andare avanti? Andate a vedere cosa succede negli enti locali. Con la pianta organica ridotta all'osso ci siamo solo noi a garantire i servizi».

Disagi alla circolazione

Questa mattina hanno bloccato il transito della Statale 107 da Cosenza verso la Sila, già reso difficoltoso dai lavori in corso sul viadotto del Gangarello. La manifestazione, coordinata dal sindacato Usb, segue di qualche giorno quella organizzata nei pressi dell'aeroporto di Lamezia Terme e quella di Sibari dove i tirocinanti hanno bloccato svincolo della statale 106. Notevoli i disagi alla circolazione. Sul posto polizia stradale e personale Anas.

Gli amministratori li sostengono

Gli amministratori locali sono dalla loro parte: «Soltanto grazie a loro riusciamo a far fronte alle incombenze dei nostri uffici. Queste figure sono sottopagate, e noi per loro vogliano dignità» affermano Michele Rizzuti, amministratore di Casali del Manco e membro di Anci Giovani Calabria, e Carmelo Rota, consigliere di rovito e componente del Consiglio Provinciale. Nella Presila sono almeno 150 i lavoratori impiegati con i Tirocini di Inclusione Sociale. Hanno acquisito professionalità e competenze. Ma la politica non ha ancora trovato la formula per riconoscerne e valorizzarne il ruolo.