Sono le tre del pomeriggio quando la bara bianca di Denise Galatà esce dalla casetta di contrada Mundaca a Rizziconi per il suo ultimo viaggio. Ma già da ore, la piccola stradina che si fa largo tra le case di questo pezzetto di campagna calabrese, è piena di persone arrivate per il funerale della giovane morta durante mentre faceva rafting nel fiume Lao con i compagni della scuola Rechichi Polistena.

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Lo spiazzo davanti alla villetta della famiglia Galatà riesce a stento a trattenere la folla. Ci sono i compagni di scuola dietro il feretro: con le maglie bianche e i visi devastati, portano corone di rose in memoria di quella loro compagna strappata alla vita troppo presto. Molti piangono, qualcuno si abbraccia come per farsi coraggio, altri tengono la testa bassa. Il lungo corteo si fa largo tra i cittadini di questa contrada incredula.

«L'abbiamo vista crescere - raccontano - non doveva finire così». Appena poche decine di metri fino alla chiesetta rurale dove sono stati sistemati grappoli di palloncini bianchi: ma qui la bara si ferma solo qualche istante sul sagrato, prima di essere trasferita nella chiesa della famiglia di Nazaret. Durante la cerimonia i saluti del vescovo Milito, letti dal parroco, della sua prima maestra, del sindaco di Rizziconi Alessandro Giovinazzo.

Palloncini bianchi e rosa in cielo e un lungo applauso accompagnano l'uscita del feretro di Denise dalla chiesa dopo la celebrazione della messa. Così tra lacrime e commozione tutta la comunità saluta la 18enne strappata alla vita troppo presto.