Salvatore Lopez arriva da Cosenza e si commuove mentre con altri padri racconta, davanti al Tribunale di Vibo Valentia, le sofferenze che prova un genitore separato quando può vedere i figli solo per il tempo stabilito dalla legge. Una manifestazione di protesta, questa di chi lamenta una interpretazione ingiusta della norma, che non a caso si tiene – in 8 città italiane – davanti agli uffici giudiziari. Perché l’associazione che difende il principio dell’affido condiviso, rimprovera soprattutto i giudici e i servizi sociali di avere una preferenza verso uno dei due genitori, quasi sempre la madre.

 

Così nel raduno si ascolta la testimonianza di Elisabetta Ionadi, una nonna, che racconta come la sua nipotina – per via di una sentenza applicata senza mediazione – si sia trovata in un fine settimana a dover cambiare scuola in un due paesi diversi e lontani dalla Calabria. Giuseppe Costa difende la norma che risale al 2016, ma nel contempo critica la discrezionalità con cui i giudici si trovano a delegare indagini e perizie agli assistenti sociali. Durante il raduno segnato dalla posa sul marciapiede di diverse paia di scarpe di quei bambini che i genitori vedono poco, anche testimonianze di casi positivi come quello di Vincenzo Guarna – che ha manifestato con la figlia ormai maggiorenne – per dire che “le sentenze meravigliose sono quelle che affidano i piccoli 3 giorni a ciascuno dei genitori, più la domenica a settimane alterne”.