La relazione semestrale mette in guardia sulle possibili infiltrazioni nei cantieri delle cosche radicate nella Capitale: Piromalli, Alvaro, Nirta e Mancuso potrebbero essere «attratti» dai lavori
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
I capitali occulti della ’ndrangheta entrano «in società finanziarie attive nel mercato nazionale e internazionale per pianificare progettualità che richiedono l’impiego di fondi di rilevante consistenza». I clan inquinano il cuore economico e finanziario del Paese e puntano sugli appalti più importanti. Tra vecchi e nuovi allarmi, la relazione della Dia per il primo semestre 2023 racconta che «nel Nord ma anche nel Centro Italia la ‘ndrangheta cerca di insinuarsi sempre più nel mondo dell’economia e della finanza».
La relazione della Dia | La “mamma” della ’Ndrangheta a San Luca, i tentacoli nel mondo: ecco la mappa delle cosche attive in tutte le province
Affari e appalti: nel mirino non ci sono soltanto il Pnrr, le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina e il Ponte sullo Stretto. «Ulteriore attrattiva per la ‘ndrangheta – evidenza la Direzione investigativa antimafia – è costituita dai fondi destinati al Giubileo 2025». Gli ingenti stanziamenti di denaro pubblico previsti per l’Anno Santo rendono, infatti, «concreto il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata calabrese, la cui presenza nell’area della Capitale e zone limitrofe è stata confermata anche da recenti operazioni di polizia». Segue l’elenco delle cosche attive nel Lazio e che potrebbero tentare di infiltrarsi nei cantieri: Gallico, Molè, Piromalli, Morabito, Alvaro e Nirta-Romeo, originarie della provincia di Reggio Calabria, e poi Mancuso e Bonavota della provincia di Vibo Valentia.
Lo scenario criminale | «Africa base logistica per i traffici di droga della ’ndrangheta, app e social utilizzati per lo smercio»
«Nel corso degli anni – evidenzia la Dia – le attività di polizia giudiziaria e di polizia di prevenzione hanno dimostrato come nel territorio della Capitale fosse già presente, oltre quella “militare”, un’espressione imprenditoriale della ‘ndrangheta che da tempo ha investito i propri proventi illeciti nell’acquisizione di attività commerciali, prevalentemente nei settori turistico-alberghieri e della ristorazione».