Le vaccinazioni proseguono tutto sommato ordinate, a pochi metri dal reparto che ospita i malati covid: nell’ospedale di Gioia Tauro dolore e speranza si sfiorano, ma non tutto avviene senza preoccupazioni. In città aumentano le voci di quanti definiscono penalizzata la struttura, l’unica della provincia di Reggio Calabria che l’Asp ha destinato – chiudendo tutti gli altri servizi, tranne il pronto soccorso – ai pazienti infettati dal coronavirus, dimessi dal Grande ospedale metropolitano che si trova nel capoluogo.

Si teme, cioè, che finita l’emergenza non torneranno gli ambulatori e i reparti di prima, ovvero che quella in atto sia una prova generale per una futura chiusura. Il Centro vaccinale, invece, funziona a pieno regime. Le dosi si stanno per ora somministrando agli over 80 e alle forze dell’ordine, mentre all’esterno non si vedono le brutte immagini viste a Reggio e Taurianova, quel doppio caos fatto di file interminabili e personale non autorizzato intento a manipolare i flaconi.

«Io ero venuta 3 giorni fa per prenotare la vaccinazione di mio marito – spiega una signora – mi hanno detto di venire oggi e così abbiamo fatto». C’è chi salta quindi il filtro dei medici di famiglia, e non utilizza il numero dell’Asp che ha dato prova di scarsa efficienza nella prenotazione, mentre l’operatore della Croce rossa – disciplinando una fila tutto sommato ordinata e non lunga – chiede «pazienza» e assicura che «tutto ora verrà accelerato».

Non ci sono sedie nell’atrio sotto il porticato che è frontale all’ingresso del Centro; solo dentro, nella vera anticamera, chi aspetta può trovare dei punti dove l’attesa è più comoda. Ma non ci sono lamentele particolari, come se l’Asp – dopo le false partenze dei giorni scorsi – abbia finalmente messo a punto un protocollo logistico finalmente consono, mentre in città ci si continua a chiedere se le istituzioni ripagheranno la comunità per la rinuncia all’ospedale che patisce da un anno a questa parte.