Joselito Marras e il figlio Michael, accusati del duplice omicidio di Davide e Massimiliano Mirabello, compariranno davanti al giudice delle indagini preliminari
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Saranno interrogati dal gip lunedì 23 marzo Joselito Marras e il figlio Michael, fermati ieri mattina dai carabinieri con l'accusa di duplice omicidio per aver ucciso i fratelli calabresi Massimiliano e Davide Mirabello, di 35 e 40 anni, residenti nel sud Sardegna, usciti di casa domenica 9 febbraio a Dolianova senza fare più ritorno. I corpi dei due fratelli non sono mai stati trovati. Gli avvocati che li rappresentano, Maria Grazia Monni e Patrizio Rovelli, sono pronti a dare battaglia.
Secondo i legali «gli indizi relativi alla responsabilità dei due indagati sono inconsistenti e propongono, come certa, una responsabilità fondata su una ricostruzione dei fatti meramente congetturale. L'accertamento del Ris dei Carabinieri si basa su un unico reperto. Si parla di semplice 'compatibilità' con il sangue di uno degli scomparsi». In particolare si riferiscono alla 'prova regina' recuperata dai carabinieri: una traccia di sangue trovata sulla portiera lato guidatore della Fiat Panda sequestrata alla famiglia Marras pochi giorni dopo la scomparsa dei due fratelli.
Il sangue, secondo gli accertamenti eseguiti dal Ris di Cagliari, è di Davide Mirabello. I legali hanno annunciato che chiederanno la scarcerazione di padre e figlio. Intanto proseguono le ricerche dei corpi dei due fratelli. Al lavoro insieme ai carabinieri del Nucleo investigativo di Cagliari, ci sono i colleghi della Compagnia di Dolianova, gli uomini del Nono Battaglione, i Cacciatori di Sardegna e i cani molecolari.