Coronavirus a Villa Torano, il sindaco: «Nella casa di cura il focolaio più grave della Calabria»

Il primo cittadino Lucio Franco Raimondo non nasconde la preoccupazione: «Troppa gente in giro nonostante i divieti, ora bisogna capire quanto è ampio il contagio». Si valuta di trasferire tutti i casi positivi in un'unica struttura

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di Redazione
15 aprile 2020
11:17
Torano, il sindaco Lucio Franco Raimondo
Torano, il sindaco Lucio Franco Raimondo

«La situazione è quella di un Comune blindato, anche se ancora noto parecchi indisciplinati: per chi non vuole rispettare le regole anche se ora queste sono state inasprite non cambia nulla». Lo dice all'agi il sindaco di Torano Castello (Cosenza), Lucio Franco Raimondo dopo i contagi registrati nella locale rsa.

«Torano potrebbe essere il caso più grave in Calabria» 

Nella giornata di ieri la Regione Calabria ha decretato la "chiusura" del Comune del Cosentino perché nella casa di cura Villa Torano, aperta da una ventina d'anni e dove finora non si erano registrati problemi di alcun tipo, improvvisamente si sono registrati più di 60 casi di contagio da coronavirus, tra pazienti e operatori sanitari. «Mancano ancora i tamponi fatti ieri, anche tra i familiari dei dipendenti, e la situazione potrebbe anche peggiorare, non lo nascondiamo, - dice il sindaco - perché, purtroppo, pare che tra Pasqua e Pasquetta ci siano stati parecchi contatti che non dovevano esserci, questa è la realtà. Adesso dobbiamo assolutamente fermare il contagio, circoscrivere i contagiati, perché questo potrebbe essere il caso più grave in Calabria - dice ancora Raimondo - e adesso si deve assolutamente aumentare il numero dei tamponi, mi pare che ieri ne siano stati fatti 160, ma solo tra qualche giorno avremo il quadro complessivo della situazione».


«Tutti i positivi in una struttura»

«Si cercherà anche di portare tutti i positivi nella stessa struttura, forse un albergo - conferma il sindaco - ma anche questa ipotesi non è ancora certa». «È importante adesso capire quanto è ampio il contagio tra i gruppi familiari e amicali - aggiunge Raimondo - e adesso più che mai è importante il distanziamento sociale, che rimane il primo punto, il primo modo di combattere la diffusione del virus». «Questa è una struttura tra le migliori, consolidata, ma anche nelle migliori strutture può capitare un caso come questo - conclude - e solo dopo l'emergenza discuteremo anche di come sia potuto accadere».

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