C'è poca voglia di parlare tra i dipendenti della rsa di Botricello, residenza sanitaria assistenziale accreditata al servizio pubblico ma gestita dalla Fondazione Ualsi che vanta un circuito di sei strutture sparse tra Cropani e Botricello, quest'ultima colpita da un focolaio epidemico. «Quando succedono queste cose è normale che ci sia preoccupazione» chiarisce il presidente della Fondazione Ualsi, don Alfonso Velonà.   

 

Organico dimezzato

Sedici gli ospiti disabili contagiati mentre otto se ne contano tra personale medico e infermieristico. Al deflagrare della bomba epidemica però alcuni tra i superstiti decidono per la defezione: «Perché sono stati chiamati in ospedale e se ne sono andati. Sono in tutto due o tre» conferma don Alfonso Velonà. Si assottigliano così le fila assistenziali, tra chi ha deciso di andar via e chi si è contagiato: «Sono gli infermieri che mancano» precisa ancora il presidente della fondazione.

 

Turni massacranti

Gli ospiti contagiati sono assistiti da poco personale costretto a turnazioni massacranti. L'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro per garantire l'assistenza ha inviato in soccorso due infermieri ma non basta: «Stiamo facendo anche i doppi turni» racconta una dipendente della rsa. «In molti sono stati messi in ferie o in malattia perché infettati».

 

La comunità a Cropani

Il già poco personale è stato infatti suddiviso su due plessi: inviato in parte alla comunità di Cropani - gestita sempre dalla fondazione Ualsi - dove sono stati trasferiti i 15 anziani risultati negativi. «Sono a conoscenza di questa circostanza - conferma il sindaco di Cropani, Raffaele Mercurio - perché sono stati divulgati da parte della struttura diversi avvisi per reclutare personale. È ovvio che avendo personale positivo in isolamento, gli organici sono rimasti sguarniti». Tuttavia, le procedure selettive sono andate deserte.