VIDEO | Il primario di Pediatria dell'azienda ospedaliera Pugliese di Catanzaro Giuseppe Raiola conferma la necessità di un ritorno alla normalità: «Un anno in cui abbiamo messo in stand by la vita dei nostri ragazzi» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Non solo decessi e pazienti intubati nelle terapie intensive, la pandemia possiede anche un lato oscuro, incubatore di patologie latenti e non meno serie di quelle che lasciano i segni sul corpo. «Fondamentalmente noi abbiamo vissuto un anno durante il quale la vita dei nostri ragazzi è stata messa in stand by» ammonisce immediatamente il primario di Pediatria dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Giuseppe Raiola.
Incremento delle patologie psichiatriche
Disturbi del comportamento e incremento delle patologie psichiatriche infantili sono la cartina di tornasole di un tessuto, quello sociale, stravolto dalla pandemia ma fondamento di un corretto sviluppo psichico e cognitivo. «I ragazzi non socializzano più, questo è evidente e la scuola è importante perchè permette la crescita sia dal punto di vista sociale che cognitivo». In questi mesi si è osservata una crescita di ricoveri per patologie psichiatriche nei minori: «Questo è un dato diffuso su tutto il territorio nazionale - ha proseguito il dottor Raiola -. Io mi sono confrontato con molti colleghi, i quali mi confermano che i reparti pediatrici si trovano a dover affrontare più frequentamente patologie psichiatriche che di altra natura».
Fobie e depressione
Le principali patologie registrate sono «innanzitutto le fobie. I ragazzi ormai sono quitidianamente abituati a sentire un bollettino di guerra e da qui la paura di infettarsi e di contrarre malattie. Vi è inoltre la depressione e poi il consumo di sostanze che hanno chiaramente effetti collaterali che si ripercuotono sulla psiche oltre che sul piano organico. Si è registrato un aumento del consumo di alcool nelle famiglie di oltre il 200% ma noi sappiamo che l'alcool è l'antidepressivo più accessibile. Tutto ciò spesso comporta anche un aumento delle violenze all'interno del nucleo familiare».
I sogni infranti da uno schermo
Non più sorrisi e abbracci ma ormai tutto mediato da uno schermo: «Assieme alle unità di Pediatria e all'Ematoncologia Pediatrica portiamo avanti un progetto la cui finalità è quella di realizzare i sogni che i bambini con particolari patologie esprimono. In passato si esprimeva, ad esempio, il desiderio di incontrare il campione, l'idolo, fare un viaggio di piacere in un parco divertimenti, andare in elicottero; oggi la quasi totalità ci chiede un computer o un ipad per potersi collegare con la scuola. E questo credo che sia un dato che ci deve fare riflettere sui problemi sociali e sull'impiegoe di una didattica che deve essere garantita a tutti».
Dietro lo schermo
Gli stessi schermi che spesso diventano trappole, anche mortali per chi è alla ricerca di una socialità surrogata: «Questa continua connessione che i ragazzi mantengono rimanendo a casa li porta spesso a restare vittime di cyberbullismo o altri giochi mortali di cui abbiamo visto le conseguenze nelle cronache che siamo abituati a leggere. Vi è, infine, un aumento nel consumo delle nuove droghe, le smart drugs che ormai vengono acquistate dai nostri ragazzi tramite lo smartphone. Arrivano a casa e sono droghe sintetiche e devastanti».
Ritorno alla vita
«Non si discute sulla necessità di imporre i lockdown - prosegue il primario di Pediatria - ma dobbiamo dare un senso, ad esempio, con le vaccinazioni; solo così ne possiamo uscire. Il messaggio che mi sento oggi di lanciare è: facciamo presto e diamo la possibilità di tornare a vivere ai nostri ragazzi e alle loro famiglie».