Veicoli in fila, quattro frecce accese, nastri rossi sulle automobili e candele per ricordare Loredana Scalone nel giorno del ritrovamento del suo cadavere tra gli scogli di Pietragrande di Stalettì, uccisa a coltellate da chi diceva di amarla, il 36enne Sergio Giano. Così un movimento spontaneo di donne ha voluto rivolgere il suo ultimo saluto all’ennesima vittima di femminicidio nella giornata contro la violenza sulle donne. «Siamo qui insieme perché riteniamo indispensabile dover essere le prime a contrastare queste forme di violenza – ha spiegato Costanza Santimone, promotrice dell’iniziativa – affinchè non accada a nessun’altro. Oggi è toccato a Loredana alla quale va il nostro saluto e speriamo che mai più altre donne debbano incorrere in un dramma così grave. Abbiamo ritenuto necessario estendere l’invito alle associazioni femminili del territorio e siamo qui tutte insieme al di là dell’associazionismo ma in qualità di donne perché  è la donna che deve salvaguardare prima di tutto se stessa».

«Bisogna denunciare»

Le associazioni che hanno aderito sono Ande, Centro Antiviolenza Mondo Rosa, il Centro Calabrese di Solidarietà, Astarte, Fidapa, Upi, Soroptimist, Circolo di Catanzaro 1871, Italia Nostra, Attivamente Coinvolte, Agesc Soverato. «Non ci sono parole - ha aggiunto Teresa Lanza - se non il fatto di ribadire a tutte le donne, dall’adolescenza in poi, che non possono rimandare il giorno in cui devono denunciare. Devono farlo subito, devono scappare, non devono aspettare. E spero anche che le forze dell’ordine raccolgano i segnali delle donne subito». «Siamo qui a ricordare una persona che non c’è più, una mamma, un genitore - ha commentato Roberta Ussia -. È molto doloroso, la comunità soffre in questo momento perché è un delitto molto grave. Io penso che bisogna parlare di educazione, di rispetto, ed è importante farlo soprattutto nelle famiglie. Non è un problema che riguarda solo le donne ma che investe tutta la famiglia».

Una comunità scossa

Dunque un brutto risveglio per tutta la comunità di Stalettì, come ha ribadito il vicesindaco del comune, Rosario Mirarchi: «In qualche modo, insieme ai Carabinieri, anche io ho preso parte alle ricerche su richiesta della famiglia essendo amico. E così stanotte abbiamo trovato il corpo esanime di Loredana  sulla scogliera. È stata la cosa più brutta che abbia mai visto in vita mia». Una donna ben voluta da tutti, hanno ricordato ancora gli assessori Maria Concetta Posca e Nicolas Voci: «Era amica di tutti noi, era vicina all’amministrazione comunale. Non abbiamo parole».

«Saremo parte civile»

La manifestazione è proseguita poi con un corteo in auto passando per i comuni del comprensorio fino al borgo di Stalettì, dove la 52enne viveva e a difesa della quale le associazioni sono pronte a costituirsi parte civile come ha spiegato Marisa Fagà, presidente di Ande Catanzaro: «In  questa giornata così triste ci sentiamo di lanciare una proposta alle associazioni, che è stata accolta, ovvero verificare se ci sono le opportunità perché coralmente le associazioni si costituiscano parte civile. Questo dovremmo farlo non solo per il lutto di oggi ma in maniera permanente».

Un dolore atroce

Per la presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, Isa Mantelli: «È una violenza premeditata, non si tratta di raptus. Mi piacerebbe non vedere dappertutto il volto di una donna che è morta per femminicidio ma vorrei vedere il volto dell’assassino. Dobbiamo iniziare a raccontare una storia diversa, segnalando che c’è un femminicida, è da lì che dobbiamo ricominciare a scrivere la storia delle donne. Questo è il nuovo paradigma. La donna che è stata uccisa in questo momento è una donna che stava cercando la sua libertà e un maschio ha impedito che questo si realizzasse a costo della vita. Credo sia arrivato il momento di dire che le donne stanno diventando potenti e gli uomini iniziano a non sopportarlo. Ed è terribile pensare che ci sono dei figli, dei ragazzi che resteranno senza madre, che dovranno fare i conto con un dolore di questo genere».