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116 vittime e altrettanti carnefici. Donne cadute sotto l’orgoglio ferito di mariti, compagni, ex fidanzati e familiari. Numeri che hanno il sapore del sangue e del silenzio. Nella giornata nazionale per l’eliminazione di ogni forma di violenza sulle donne, il bilancio è quello di una guerra. Quest'anno il 53,4% dei femminicidi (62 donne uccise) si è registrato al nord e il 75,9% in ambito familiare.
Al sud il dato scende a quota 31 (26,7%), al centro a 23 (19,8%). L'età media delle vittime è di 50 anni, il 92,5% dei carnefici sono uomini. La famiglia (con 88 donne uccise, pari al 75,9% del totale), si conferma il principale contesto nel quale si consumano delitti ed aggressioni.
In Calabria, il 2016 si apre con il barbaro omicidio di Anna Giordanelli. A Cetraro, nel Cosentino, la dottoressa 54enne viene aggredita per strada e colpita con un piede di porco alla testa mentre fa jogging. L’assassino, si scoprirà poi, è il cognato, Paolo Di Profio, che la ritiene responsabile del divorzio con la sorella.
Il 22 febbraio a Molochio, nel Reggino, la 55enne Annamaria Luci viene uccisa con un colpo di fucile dal marito che si costituirà poche ore dopo l’omicidio. Il 1 maggio, a Limbadi, nel Vibonese, scompare nel nulla l’imprenditrice Maria Chindamo. Sulla sua sorte si indaga ancora, ma i familiari temono il peggio.
Il 6 ottobre è la volta di Giovanna Salerno, soffocata con un sacchetto nella sua casa di Crotone, nel quartiere Poggio Pudano, dalla sua unica figlia di 22 anni. Il 30 ottobre, a San Lorenzo del Vallo, perdono la vita la 77enne Edda Costabile e la figlia 52enne Ida Attanasio. Il duplice omicidio, a colpi di arma da fuoco, avviene fra i viali del cimitero della cittadina del Cosentino.