VIDEO | Diventa un caso quanto accaduto nella città del porto. Il racconto dei testimoni: «C'era tantissima gente ammassata, per fortuna sono intervenute le forze dell'ordine»
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Sirene spiegate e volanti che si muovono in assetto da testuggine, nel “lunedi nero” di Gioia Tauro. I testimoni raccontano scene incredibili nel lungomare della città del porto. Qui nel primo giorno della fase 2 avevano tenuto chiuso il cimitero, senza ipotizzare che fossero i muretti della passeggiata la vera tentazione all’assembramento.
«Troppa gente di ogni età con auto e a piedi – descrive Pino Pratticò, della protezione civile gioiese – in particolare i ragazzi formavano assembramenti spesso senza mascherine e qualcuno giustamente ha avvisato le forze dell’ordine che anche con l’uso degli altoparlanti delle volanti ha invitato tutti a lasciare il lungomare». Nessuna multa, ma una tecnica di persuasione in stile militare e tanto è bastato per far assurgere il caso a emblema di quei calabresi che conquistata la libertà, hanno fatto di tutto per trasgredire.
Pochi chilometri a nord, a San Ferdinando con numeri più bassi hanno avuto lo stesso problema e a nulla erano valse le comunicazioni mirate preventive, e i divieti ad hoc. «Avevamo pedonalizzato l’arteria – ricorda il vicesindaco Luca Gaetano – spiegando che si può accedere solo per attività motorie e con divieto di assembramento». Ora i due Comuni corrono ai ripari, anche perché la tentazione di sostare sulla passeggiata sarà una costante dei prossimi mesi. «Le sanzioni sono elevate – conclude Tiziana Malara, sovraordinato dei vigili gioiesi – si rischia una multa che può arrivare fino a 3.000 euro».