Rischia di allargarsi l'ambito dell'inchiesta "Ti rimborso" condotta dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria e coordinata dalla procura, che ha svelato un giro di fatture false per spese mediche mai effettuate, dopo il sequestro nello studio del consulente del lavoro Eduardo Amaretti di numerosi documenti. All'interno del computer di Amaretti, infatti, i finanzieri hanno trovato diversi file che potrebbero riscontrare quello che il gip ha scritto nell'ordinanza di arresto nei confronti del professionista, del titolare del "Caf-Unsic" Cosimo Maria Vittorio Spanò e di Massimiliano Morello.

 

Accogliendo l’impianto accusatorio del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto Diego Capece Minutolo, infatti, secondo il giudice per le indagini preliminari «deve ragionevolmente ritenersi che l'effettiva portata del fenomeno illecito è di gran lunga più vasto e preoccupante».

 

Con l’operazione “Ti Rimborso”, la guardia di finanza ha colpito «un fenomeno criminale di vaste proporzioni - è scritto in una nota - con cui sono state depauperate le casse dello Stato, con la sottrazione illecita di ingenti risorse alla spesa pubblica, falsificando le attestazioni di spese sanitarie, mai sostenute, per un importo totale di 10 milioni di euro».

 

Oltre ai tre principali protagonisti della truffa ci sono 205 persone iscritte nel registro degli indagati. Di questi 157 hanno subito il sequestro preventivo delle somme (per un totale di 700mila euro) percepite come rimborso d’imposta per spese sanitarie mai sostenute ma certificate da ricevute fiscali false realizzate ad arte con blocchetti e timbri di circa 60 medici inconsapevoli. Secondo gli inquirenti, infatti, le firme dei medici venivano falsificate dal consulente del lavoro Eduardo Amaretti. Nel suo studio sono stati sequestrati numerosi fogli, centinaia di timbri di professionisti del settore sanitario e centinaia di prove di sigle dei medici. Nell'ambito sono stati eseguiti 334 controlli fiscali e 509 segnalazioni operative.