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Ci sono 56 minori non accompagnati tra i 366 migranti sbarcati questa mattina al porto di Reggio Calabria dalla nave Phoenix del Moas, il servizio privato di soccorso in mare creato dalla calabrese Regina Liotta Catambrone. Si tratta dell’ennesimo sbarco in una situazione già disagiata: grazie alle nuove disposizioni del ministero dell’Interno, i migranti devono adesso essere identificati in questura anziché in banchina, cosa che allunga di molto i tempi di permanenza nelle città di arrivo e che ha creato una situazione di disagio e sovraffollamento nel centro di accoglienza di Archi. In settimana, infatti, alcuni migranti hanno inscenato una protesta a causa delle difficili condizioni nel centro, dovute all’eccesso di occupanti. Non sarà diverso il destino delle 366 persone arrivate oggi a Reggio da paesi come il Mali, il Sudan e l’Etiopia: prima di essere spostati nei centri di accoglienza in Lazio, Lombardia, Toscana, Piemonte e Veneto, aspetteranno a Reggio di essere schedati e identificati.