Raptus di rabbia al Pronto soccorso, paziente distrugge la sala emergenza

È accaduto a Rossano. Intanto sia il Ps di Corigliano che la Chirurgia rischiano di chiudere. Non ci sono medici né posti letto. Un trattamento sanitario obbligatorio è stato trasferito nientemeno che in Sicilia

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di Marco  Lefosse
25 luglio 2019
20:41

Altro atto vandalico, altra devastazione al Pronto soccorso dell’ospedale Spoke di Rossano. Scene di ordinaria follia, diventate anche di ordinaria amministrazione. Stamattina un cittadino, uno dei tanti che quotidianamente sono costretti ad ore ed ore di file, ha praticamente distrutto una sala di emergenza del reparto di pronto intervento del “Giannettasio”.

Non ci sono medici. Il ps di Corigliano a rischio chiusura

Gli ospedali cittadini continuano a rimanere in totale affanno: personale che non c’è e quei pochi medici/infermieri che ancora resistono sono stremati o comunque sono costretti ad essere vittime di scene come quella di oggi. Non ci sono strumenti medicali, non ci sono ambulanze (tra il “Compagna” e il “Giannettasio” fa la spola un solo mezzo… finché durerà!), ma soprattutto – a parte le promesse – non ci sono prospettive.


Mentre aleggia l’ipotesi, ormai sempre più concreta, di chiudere il pronto soccorso di Corigliano, dove ci sarebbe un’utenza inferiore rispetto a quella che si riversa su Rossano pur rimanendo l’unico presidio operativo nell’intero bacino dell’Alto Jonio.

Un Tso trasferito in Sicilia. Zero posti di psichiatria

Così come non si trova più un posto di psichiatria in tutta la Calabria men che meno in tutta l’Azienda sanitaria di Cosenza. È di ieri l’ultimo trattamento sanitario obbligatorio (tso) che per forza di cosa è stato trasferito nientemeno che in Sicilia perché né Puglia né Basilicata avevano posti. Anzi, aleggerebbe anche il sospetto – non si sa quanto fondato – che le regioni limitrofe non sarebbero più disposte ad accettare ricoveri diretti dalla Calabria perché la Regione sarebbe inadempiente sulle spese sanitarie.

Insomma, un bel casotto. E tutto in un’apparente disinteresse del mangement aziendale.

Solo tre medici al Pronto soccorso

Come dicevamo, i problemi più gravi nello spoke di Corigliano-Rossano si registrerebbero nell’ambito del Pronto soccorso dove, tra i due nosocomi, sarebbero rimasti solo tre medici effettivi ad operare, in quanto un medico è stato trasferito definitivamente in Chirurgia da luglio, un altro sarà trasferito a Trebisacce al momento senza che si sia pensato a sostituirlo, e altri tre medici, invece, sarebbero in malattia psicologica da stress.

Ma se Sparta piange, Atene non ride. Perché anche il reparto di Chirurgia di Corigliano-Rossano sarebbe in grande affanno per mancanza di personale e le prestazioni mediche programmate a breve potrebbero essere sospese.  

Così come, dicevamo pocanzi, stessa sorte potrebbe subire il pronto soccorso di Corigliano. Sulla scrivania del dirigente medico ci sarebbe pronta l’ennesima comunicazione alla direzione sanitaria e alla direzione generale di indisponibilità di personale che ad ore potrebbe essere protocollata. E al netto delle promesse e delle rassicurazioni della politica che, appena quindi giorni fa aveva tamponato con la dialettica la medesima emergenza chiedendo un ulteriore “sforzo” al personale sanitario, ad oggi nulla è cambiato.

A conti fatti l’ospedale spoke di Corigliano-Rossano è un “non ospedale”, piuttosto una casa di cura attrezzata per qualche emergenza. E nulla di più. Tutto questo in un territorio sanitario che conta un’utenza di oltre 220mila persone.

Giornalista
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