VIDEO | Ha spopolato sul web il video di una giovane dottoressa Sarah Barbuto, cresciuta a Rombiolo. Nell'ospedale della provincia di Sondrio dove lavora ha fatto sentire a tutti i pazienti l'Inno di Mameli
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L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova il personale sanitario in tutto il Paese. Diverse però le iniziative tra medici ed infermieri per risollevare il morale di pazienti e colleghi. Singolare è stata l’iniziativa di una giovane dottoressa di origini calabresi, Sarah Barbuto, che lavora come pneumologa all’ospedale “Eugenio Morelli” di Sondalo, in provincia di Sondrio, e che in tutta Italia è conosciuta come la “pneumologa con il megafono”.
«L’idea è nata quasi per gioco – ha spiegato Sarah Barbuto - vedevamo i nostri pazienti sempre più demoralizzati e quindi ho pensato di dare “un colpo di brio” a quella situazione drammatica ed ho scelto l’inno di Mameli nella speranza che potesse dare un po’ di speranza a tutti. I nostri pazienti sono particolarmente provati e per loro ha rappresentato un momento di gioia ed incoraggiamento. È trascorsa una settimana da allora, ma spero che le urgenze finiscano e che sia possibile ripetere l’iniziativa».
Turni massacranti
In tutta Italia, medici, infermieri, oss sono reperibile 24h e svolgono spesso turni da 12 o anche14 ore per sostituire i colleghi che stanno male o per intervenire in casi di emergenza. «Io sono al terzo giorno che faccio 12 ore in ospedale – ha spiegato la Barbuto – ed è davvero dura, però rispetto a molti miei colleghi vivo da sola e quindi non ho la paura di contagiare altre persone a casa e questo è molto importante per chi come noi ha a che fare giornalmente con casi positivi».
«Ritorno in Calabria annullato»
«È da più di un mese – ha detto ancora la pneumologa - che non vedo nessuno al di fuori delle persone che sono in ospedale. I miei familiari sono in Calabria e mia sorella a Bologna. Sarei dovuta scendere in Calabria proprio in questi giorni con un viaggio prenotato mesi fa, ma l’ho annullato. La vivo male perché al momento non vedo aspetti positivi. Pensare di poterne uscire fra un mese, è una visione ottimistica. Penso solo che siamo fortunati perché viviamo in un’epoca in cui possiamo fare video chiamate e possiamo abbattere le distanze, ma spero che si ritorni presto alla normalità».