Si è aperto questa mattina in Corte d'Assise a Catanzaro il processo a carico di Salvatore Abbruzzo, 43 anni di Borgia, e di Francesco Gualteri, 40 anni di Borgia. Entrambi sono accusati del duplice omicidio di Massimiliano Falcone e di suo cugino Davide Iannoccari, consumato nel novembre del 2006 a Taverna. 

 

Il cerchio sull'omicidio, per lungo tempo rimasto senza colpevoli, era stato chiuso dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nel luglio del 2019 e messo a segno dal reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro. Il movente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe da ricercare nei contrasti territoriali insorti tra la famiglia Cossari e i Catarisano per il controllo dell'area di Roccelletta di Borgia. 

 

In apertura di udienza, gli avvocati Salvatore Staiano ed Antonio Lomonaco, in difesa dei due imputati, con un’articolata eccezione, hanno chiesto alla Corte di sanzionare l’inutilizzabilità di tutti gli atti di indagine compiuti dagli inquirenti e successivi al 2008. La Corte si è riservata di decidere sulla delicata questione, rinviando all'udienza in programma il prossimo 27 ottobre.

 

Le indagini coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro avevano consentito di ricostruire non solo la dinamica dell'agguato ma anche il movente che rientrerebbe in una sanguinosa faida mafiosa. Il duplice omicidio era avvenuto a Taverna, dove le vittime designate avevano trovato rifugio. Raggiunti da Abbruzzo e Gualtieri non hanno però avuto scampo, freddati da numerosi colpi di due pistole calibro 9. Gli autori del duplice omicidio ebbero poi cura di spostare successivamente i cadaveri nelle campagne di Sorbo San Basile con l’intento di distruggerli dandoli alle fiamme.

 

La famiglia Iannoccari si è costituita parte civile nel processo ed è rappresentata dall’avvocato Vittoria Aversa.