VIDEO | Fondamentali le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Bevilacqua, ai vertici del clan degli zingari
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Risale al 29 gennaio 2001 il primo interrogatorio di Francesco Bevilacqua, il collaboratore di giustizia che ha avuto un ruolo fondamentale nelle indagini della Dia di Catanzaro, coordinate dalla Procura della Repubblica catanzarese, che hanno portato oggi all'arresto di cinque persone ritenute responsabili del duplice omicidio di Benito Aldo Chiodo e di Francesco Tucci, uccisi a colpi di kalashnikov, e del ferimento di Mario Trinni. Si tratta di Fiore Abbruzzese, Antonio Abbruzzese, Celestino Bevilacqua, Saverio Madio, Luigi Berlingeri, appartenenti alla criminalità nomade cosentina.
L'agguato si è consumato il 9 novembre 2000 a Cosenza, precisamente nel piazzale antistante l'incrocio tra via Popilia e via Mancuso. Causale, nominativi e contesto mafioso del fatto di sangue erano stati riferiti agli inquirenti dallo stesso collaboratore di giustizia Bevilacqua, condannato a 9 anni di reclusione il 16 dicembre 2014 quale esecutore materiale del duplice omicidio Chiodo - Tucci e del tentato omicidio di Trinni. Secondo le dichiarazioni fornite, già dal 1999 nel territorio di Cosenza si erano affermati due gruppi: i Rua - Lanzino da una parte e i Perna - Cicero dall'altra. Due gruppi autonomi ma che operavano in stretta collaborazione, suddividendosi i settori di interventi illeciti e rispettivo profitto. Fu nell'estate del 1999 che Bevilacqua, ai vertici del gruppo nomade, decise di allearsi con l'organizzazione confederata nascente per consentire ai "nomadi cosentini" e ai "nomadi cassanesi" di essere riconosciuti come gruppo di 'ndrangheta anche da parte delle tradizionali cosche calabresi e poter quindi gestire autonomamente il mercato della droga.
Da quel momento, secondo quanto emerge dall'ordinanza, il clan degli zingari si sarebbe occupato di rapine e traffico di eroina e hascisch, mentre estorsioni, usura e traffico di cocaina erano di dominio del gruppo italiano "confederato". Un accordo che però, sempre secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia Bevilacqua, nel 2000 non era stato rispettato da Chiodo che, in qualità di “contabile” del gruppo confederato Cicero-Lanzino, aveva escluso i nomadi dalle ripartizioni dei proventi derivanti dalle estorsioni ai danni delle società che stavano eseguendo i lavori sull'autostrada Salerno Reggio Calabria. Lo stesso Chiodo, secondo le dichiarazioni del collaboratore, aveva inoltre organizzato un agguato, senza successo, ai danni di Luigi Berlingeri e Fiore Abbruzzese poiché quest'ultimo aveva una relazione sentimentale con la convivente del fratello Silvio Chiodo. Fu allora che Bevilacqua deliberò e diede poi esecuzione insieme agli indagati odierni all'omicidio consumatosi la sera del 9 novembre poco dopo le 18.00, dopo che nelle serate del 7 e dell'8 novembre due tentativi di omicidio non erano andati a buon fine.