Per il duplice omicidio di Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, uccisi a colpi di arma da fuoco all'interno di un bar di Decollatura,  il 19 gennaio del 2013, il sostituto procuratore generale della Corte di assise d'appello  di Catanzaro Sandro Dolce ha chiesto la conferma del verdetto di primo grado a carico di Domenico e Giovanni Mezzatesta, padre e figlio, di 60 e 41 anni, condannanti all'ergastolo il 28 febbraio del 2014, dal giudice dell'udienza preliminare di Lamezia Terme, Carlo Fontanazza. Il processo di secondo grado è stato infine rinviato al 24 marzo, giorno in cui è prevista la sentenza. Iannazzo e Vescio, secondo quanto venne ricostruito dagli inquirenti anche grazie al filmato registrato dalle telecamere dell'impianto di videosorveglianza dove venne compiuto il duplice delitto, furono trucidati mentre si trovavano all'interno del bar di Decollatura, a pochi passi dalla piazza centrale del paese, raggiunti da almeno sette colpi di pistola sparati da assassini a volto scoperto che agirono davanti a testimoni. La posizione di Giovanni e Domenico Mezzatesta finì subito all'attenzione degli investigatori: la loro presenza sul luogo era stata accertata sia da alcune deposizioni raccolte dai carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli e dalle sia  immagini delle telecamere sequestrate dai militari e visionate immediatamente. Nel filmato si vedevano i due uomini a viso scoperto entrare e fare fuoco sulle loro vittime sotto gli occhi del barista. Uno dei due assassini, dopo avere fatto fuoco, aveva anche preso a calci la sua vittima. Seguì il procedimento giudiziario che gli imputati scelsero di concludere quanto al giudizio di primo grado secondo la via del rito abbreviato, e la condanna che arrivò lo scorso febbraio. Solo il 14 ottobre seguente, però, il vigile urbano in pensione Domenico Mezzatesta, latitante fino a quel giorno, decise di consegnarsi ai carabinieri accompagnato dal suo legale, l'avvocato Francesco Pagliuso, e fu condotto nel carcere di Siano-Catanzaro.

Gabriella Passariello