Il caso del governatore Roberto Occhiuto era già emerso nelle prime fasi dell’inchiesta su politici e vip spiati. Le indagini della Procura di Perugia sui dossier hanno confermato la tempistica delle informazioni cercate sul presidente della giunta regionale. Il Corriere della Sera parla di richieste sul suo conto a fine settembre 2021, poco prima delle Regionali. Il 23 settembre un servizio giornalistico finito sulla stampa nazionale riferiva, in effetti, degli affari di Occhiuto «tra bonifici sospetti e prestiti bancari per il Covid». Quei sospetti avrebbero riguardato un assegno e un bonifico per un totale di 21mila euro. Il futuro governatore rispose che quelle di Bankitalia erano operazioni di routine: «Mai avrei immaginato che si potessero sfruttare le mie aziende per alimentare la polemica elettorale. Ma tant’è: la mancanza di argomenti porta a tentare il tutto per tutto». Un caso Crosetto in sedicesimi: senza la deflagrazione che portò il ministro della Difesa a chiedere un’indagine – poi diventata il caso dei dossier incardinato dagli uffici giudiziari di Perugia – dopo la pubblicazione dei suoi redditi.

Occhiuto non è l’unico calabrese finito sulla tastiera del finanziere Pasquale Striano, perno attorno a cui ruota l’indagine della Procura guidata da Raffaele Cantone. Di Marta Fascina, parlamentare di Forza Italia nonché ultima lady Berlusconi, originaria della provincia di Reggio Calabria  si sa già: anche lei è finita nella schiera delle ricerche. Tutte piuttosto orientare a destra.

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Nell’area della Lega compare anche il deputato Domenico Furgiuele, leader del Carroccio a Lamezia Terme: anche lui, come Occhiuto, è un politico che svolge attività imprenditoriale. Di area leghista – e vicino a Furgiuele – è Pietro Raso, consigliere regionale e già sindaco di Gizzeria: Striano avrebbe cercato informazioni anche su di lui.

Di origini calabresi (suo padre Vincenzo Alberti faceva parte della dinastia dei marchesi di Pentedattilo) è anche Maria Elisabetta Alberti Casellati, ex presidente del Senato oggi ministro per le Riforme istituzionali: il finanziere sotto inchiesta avrebbe rivolto le proprie cure anche al marito Giambattista Casellati.

Ha vissuto parte della propria infanzia in Calabria, a Fossato Serralta, Vittorio Colao, ex ministro dell’Innovazione tecnologica. È nato a Brescia ma i suoi genitori sono originari del piccolo centro del Catanzarese: monitorato anche lui assieme ad altre centinaia. Nella “sezione vip” dell’ampio carnet compare il cosentino Lucio Presta: noblesse oblige, è uno dei manager più in vista del Paese. La sua fama è valsa una citazione tra gli “spiati” anche per il figlio Nicolò.

Tra i manager di Stato calabresi uno dei più citati negli ultimi anni è certamente Domenico Arcuri, specie dopo la gestione dell’emergenza Covid da commissario straordinario. L’ex capo di Invitalia, nato a Melito Porto Salvo, appare tra i monitoraggi effettuati da Striano. Non tutti, va da sé, illeciti: tocca ai magistrati di Perugia verificare se siano stati commessi abusi. Per ora sul registro degli indagati sono iscritte 16 persone, tra cui il finanziere che collezionava i dati, cinque giornalisti e una toga dell’Antimafia.