L'ultima rete ospedaliera e territoriale risale al 2016, a licenziarla l'ex commissario ad acta, Massimo Scura. A sette anni di distanza la Calabria ha una nuova programmazione dell'offerta territoriale e ospedaliera, illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa in Cittadella. «Era un piano necessario perché ho sempre detto che avrei tentato di ricostruire il sistema sanitario dalle fondamenta» ha chiarito immediatamente il presidente della Regione, Roberto Occhiuto in conferenza stampa.

Due obiettivi primari

«Mi sono posto due obiettivi primari: la chiusura dei conti e il disegno della nuova sanità calabrese. Si tratta di un piano ambizioso - ha aggiunto - ma realizzabile perché questa volta abbiamo le risorse. Abbiamo chiuso i bilanci e abbiamo dimostrato che c'è un avanzo di amministrazione. Quindi, gli investimenti previsti nel piano sono già in un cantiere».

La rete ospedaliera

Innanzitutto, la nuova rete ospedaliera prevede un incremento del numero di posti letto: passeranno dagli attuali 5.821 a 7.145 con 1.324 posti letto in più. Saranno così distribuiti: 659 in più nella area nord della Calabria, 360 in più nell'area centrale (201 a Catanzaro, 48 a Crotone e 111 a Vibo Valentia) e 305 in più nell'area sud. La nuova programmazione ovviamente tiene conto della realizzazione dei tre nuovi ospedali della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro e di Vibo Valentia, integrati nella nuova rete ospedaliera.

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Il nodo del personale

Resta però il nodo del personale che servirà poi ad attivare concretamente i nuovi posti letto. Già in passato molti sono rimasti solo sulla carta per mancanza di spazi o di operatori. «Abbiamo assunto moltissime persone - ha precisato il presidente della Regione - senza le quali, dal momento che ci sono stati tantissimi pensionamenti, tutti gli ospedali della Calabria sarebbero stati chiusi per effetto delle mancate assunzioni negli ultimi 12 anni».

Carenza generalizzata

«Continueremo sul reclutamento dei medici - ha aggiunto - chiedendo al governo di aiutarci a rendere più attrattivo il lavoro del personale sanitario in Calabria. Il problema del reclutamento è sentito in tutta Europe e addirittura ci sono regioni come il Veneto che offrono casa e ambulatorio. Quindi, se mancano in Veneto figurarsi in Calabria però noi abbiamo fatto anche delle leggi regionali che ci consentono di avere qualche leva in più».

Nuove ambulanze

Per quel che riguarda la pianificazione ospedaliera, il presidente ha chiarito: «Abbiamo deciso di riaprire da subito l'ospedale di Cariati, di Trebisacce e di Praia a Mare che saranno operativi. Stiamo già facendo i lavori anche strutturali, ad esempio, nei pronto soccorsi». A partire dal primo ottobre poi il ridisegno della rete dell'emergenza urgenza con l'attivazione del numero unico e l'accorpamento della centrale operativa. «Per fine anno avremo un incremento di 60, 70 mezzi per l'emergenza urgenza e stanno arrivando anche nuove tecnologie».

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Elisuperfici

Una sollecitazione è giunta poi dalla Regione ai sindaci per indicare nuove aree per l'atterraggio dell'elisoccorso e consentire così di raggiungere anche le zone più impervie della Calabria in fase di emergenza. 

Rete territoriale

Infine, la rete territoriale che dovrà tener conto della programmazione del piano nazionale di ripresa e resilienza che ha finanziato la realizzazione di 67 case della comunità e 20 ospedali di comunità: «Abbiamo in animo di riorganizzare il sistema dell'assistenza territoriale - ha precisato ancora Occhiuto - rendendo più efficiente l'utilizzo delle risorse che attualmente ci sono perché se mettiamo i medici a lavorare tutti insieme nelle strutture di assistenza territoriale, nelle case di comunità o negli ospedali di comunità, allora i turni possono essere organizzati in maniera più efficiente e il tema della penuria del personale potrà essere avvertito di meno».

Il placet di Roma

Per il momento solo la rete territoriale ha ottenuto parere favorevole da parte di Agenas, entrambe dovranno essere trasferite a Roma per la valutazione del tavolo interministeriale: «Nessuno mi obbliga a portarlo all'attenzione del Tavolo Adduce - ha precisato il presidente della Regione - mentre sono obbligato a sottoporlo al comitato Lea. E così farò. Io rispetto le norme, vorrei le rispettassero anche le strutture del Governo nazionale che a volte svolgono azioni sulla base di norme che non esistono e sulla base di previsioni e accordi che non esistono».

Il tavolo Adduce

«Per esempio - ha aggiunto - quello che viene definito verbale del Tavolo Adduce non è un verbale. Perché i verbali tengono conto anche delle osservazioni di chi sta dall'altra parte; e mi riferisco ai dirigenti della Regione. Io da commissario dovrei stare al posto della Adduce o al fianco della Adduce assumendomi anche la responsabilità di quello che il Governo non ha fatto negli anni passati per la sanità della Calabria».