VIDEO | La triade risponde al commissario ad acta per la sanità calabrese che qualche giorno fa non aveva accolto la proposta di default
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«Incomprensibile il diniego di Cotticelli a dichiarare il dissesto». Così i commissari dell’Asp di Reggio Calabria hanno risposto al commissario ad acta per la sanità calabrese, Saverio Cotticelli che qualche giorno fa non aveva accolto la proposta di default avanzata dalla triade.
Il dissesto all’Asp di Reggio Calabria
L’azienda sanitaria reggina, sciolta per infiltrazioni mafiose, versa in gravissime condizioni, sia da un punto di vista contabile-economico finanziario, con un buco di circa 1 miliardo di euro, che dal punto di vista amministrativo e gestionale.
I commissari, nell’atto indirizzato a Cotticelli, illustrano che il Collegio sindacale aveva evidenziato la mancata quantificazione del debito passato, nonché disallineamenti tra la contabilità e i valori inseriti nel bilancio: «A ciò si aggiunga che non è stata effettuata alcuna unificazione dei sistemi contabili al momento della fusione in una unica azienda, delle disciolte Asp e che non esiste un sistema ordinario per tale gestione».
Una problematica, a quanto riferiscono i commissari, già nota alla Regione tanto che era stato «individuato un pool di professionisti dedicati alla ricognizione del contenzioso e della rilevazione delle assegnazioni, a seguito delle procedure esecutive per la dovuta riconciliazione, anche con la tesoreria. Tale attività – specificano non è stata portata a termine, né la Regione ha riproposto la medesima soluzione ovvero altro tipo di struttura dedicate».
I bilanci non approvati
«La mancata approvazione dei bilanci non è un mero inadempimento – proseguono i commissari – ma è l’inevitabile conseguenza dell’impossibilità, da parte dell’ufficio economico-finanziario che, oltre a scontare il problema di una dirigenza a tempo determinato durante le precedenti gestioni aziendali non è stato, in alcun modo, implementato con risorse e con competenze specifiche giuridiche ed economiche, che possano, di fatto, consentire la corretta chiusura dei bilanci».
Per la triade «è tanto prioritario quanto estremamente complesso procedere alla ricognizione del debito pregresso dell’Ente» e solo dopo aver esattamente quantificato la massa debitoria «si potrà procedere all’adozione dei bilanci mancanti, con la necessaria e dovuta veridicità dei risultati di esercizio come prevede la legge».
Il caos finanziario dell’Asp
La commissione nell’attesa delle decisioni di Cotticelli sulla proposta di dissesto avanzata ha, comunque, «adottato ogni possibile iniziativa volta a cercare di mettere ordine nel caos finanziario dell’Azienda» nel tentativo di calcolare il debito passato, «condizione imprescindibile e propedeutica all’approvazione dei bilanci».
La crisi finanziaria dell’Asp è connessa, inoltre, ad un rilevante contezioso sorto sulla riscossione dei crediti vantati dai fornitori e dalle azioni esecutive. Da qui: «A giudizio degli scriventi - concludono infine i commissari - la soluzione ottimale sarebbe stata il ricorso al dissesto finanziario».