Analogo provvedimento per l’hotel in cui era nascosta l’arma dell’efferato delitto avvenuto lo scorso 8 marzo per il quale sono stati arrestati nonno e nipote
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Il questore di Crotone ha emesso un provvedimento di chiusura per dieci giorni del Bar Moka dove avvenne, lo scorso 8 marzo, l’omicidio di Stefano D’Arca. Analogo provvedimento per l’Hotel Concordia in cui è risultata nascosta l’arma dell’efferato delitto del 54enne crotonese per il quale sono finiti in carcere Giuseppe Cortese, 29 anni, e il nonno Francesco Pezziniti, di 77 anni.
Secondo quanto ricostruito Stefano D'Arca, in evidente stato di ebbrezza alcolica, era entrato nel Bar Moka, storico locale del centro cittadino crotonese, e senza alcun apparente motivo aveva iniziato a danneggiare l'interno provocando la reazione del proprietario del locale, Giuseppe Cortese, e del padre. Quest'ultimo aveva portato D'Arca fuori dal bar nel tentativo di calmarlo, mentre Giuseppe era corso a casa del nonno Francesco Pezziniti, titolare dell'Hotel Concordia che dista poche centinaia di metri dal Bar Moka, dove si era armato di una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa tornando nel suo locale dove si trovava ancora D'Arca il quale lo avrebbe sfidato a fare fuoco. A quel punto il nonno - secondo quanto egli stesso ha dichiarato alla Polizia - avrebbe strappato la pistola dalle mani del ragazzo sparando per sette volte.
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