Carcere di Vibo, nascondeva un cellulare nell’ano: nei guai un detenuto

L'uomo si trova detenuto nel circuito di alta sicurezza. La Polizia penitenziaria calabrese si dota di strumenti utili per rilevare telefoni cellulari ma, sostengono i sindacati, il personale non è stato ancora formato

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di Redazione
5 febbraio 2020
18:22
Immagine interne di un carcere
Immagine interne di un carcere

Nel pomeriggio la polizia penitenziaria ha trovato un micro-telefono cellulare addosso (nelle parti intime, nell'ano) a un detenuto di origine campana del circuito ad "alta sicurezza". Lo riferisce Salvatore Paradiso, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria per la Calabria, che osserva: «Dopo il contributo fornito a 'Rinascita Scott' piace evidenziare un'altra brillante operazione del reparto di Polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Vibo Valentia che dimostra come con l'impegno costante e la coesione interna, favorita particolarmente dal Comandante, si possa sopperire a carenze che vanno dall'inadeguatezza degli organici alla carenza di dotazioni tecnologiche e strumentali».

 


 Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria centrale ha comunicato già il 7 gennaio di aver distribuito in Calabria 15 apparati utili alla rilevazione di telefoni cellulari, «ma allo stato non si hanno notizie della formazione degli operatori al loro impiego né dell'avvenuta distribuzione di tale apparecchiature presso le sedi penitenziarie a opera del Provveditorato regionale».

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In riferimento all'articolo riceviamo e pubblichiamo le precisazioni del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Provveditorato regionale per la Calabria a firma del provveditore Liberato Guerriero:

***È necessario fornire alcune precisazioni in merito a fatti che, così come sono stati riportati, risultano fuorvianti rispetto alla realtà, con consequenziale erronea informazione a lettori. Mi riferisco, in particolare, alla parte dell’articolo nella quale l'autore scrive che "Il Diparlimento dell 'amministrazione penitenziaria ha comunicato già il 7 gennaio di aver distribuito il Calabria 15 apparati utili alta rilevazione di telefoni cellulari ", nonché al periodo successivo che riporta le dichiarazioni rese dal Segretario Generale UILPA, Salvatore Paradiso, secondo il quale "allo stato non si hanno notizie della formazione degli operatori al loro impiego né dell 'avvenuta distribuzione di tali apparecchiature presso le sedi penitenziarie a opera del Provveditorato Regionale.

Innanzitutto non corrisponde al vero la prima affermazione, poiché la data del 7 gennaio fa riferimento ad una comunicazione del Dipartimento deH’Amministrazione Penitenziaria in ordine alla disponibilità delle strumentazioni in questione presso l’Amministrazione Centrale al fine di consentire ad ogni Provveditorato Regionale di organizzare il loro ritiro presso la sede di Roma. In secondo luogo va categoricamente smentito quando asserito dal sindacalista in merito all’assenza di notizie sulla distribuzione degli apparati.

Il Provveditorato della Calabria già in data 29 gennaio, subito dopo aver ritirato le apparecchiature, ha comunicato alle diverse sedi penitenziarie del distretto le modalità d’uso e rimminente avvio delle procedure di consegna degli apparati. Le prime consegne sono iniziate il 3 febbraio e il giorno successivo, 4 febbraio, veniva comunicato a tutte le Direzioni della sessione formativa prevista per il 6 febbraio presso la Casa Circondariale di Catanzaro, con convocazione di tutti i Comandanti di Reparto della Regione e dei referenti individuati per ogni singolo istituto per gli apparati.

Comunicazione che serviva anche a completare definitivamente la consegna della strumentazione alle restanti strutture. Sono certo che vorrà provvedere a precisare quanto erroneamente riportato neirarticolo in questione, cosi da ristabilire correttamente tanto la realtà dei fatti quanto l’operato di questo Provveditorato sulla necessità di assicurare le esigenze di sicurezza degli istituti penitenziari.

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