Ai supporter viene contestato, tra l’altro, di aver divelto un cancello prima del loro ingresso nello stadio di Cosenza. La difesa contesta l’applicazione delle misure cautelari
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Si sono quasi tutti avvalsi della facoltà di non rispondere i tifosi del Catanzaro tratti in arresto, in flagranza differita, lo scorso martedì 5 marzo, dopo i disordini avvenuti la domenica precedente nel corso del Derby di Calabria a Cosenza.
Oggi, davanti al gip Sara Mazzotta, hanno deciso di non rispondere Chris Squillacioti, 31 anni; Tommaso Trapasso, 29 anni; Danilo Barbagallo, 39 anni; Domenico Rotundo, 36 anni; Emanuel Rosario Giampà, 32 anni; Cristian Marco Lombardo, 43 anni; e Antonio Trapasso, 43 anni, tutti sottoposti ai domiciliari. Gianluca Bianco, 48 anni, ha invece respinto tutte le accuse.
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Inoltre il pm Domenico Assumma ha chiesto l’applicazione degli arresti domiciliari, per pericolo di fuga, nei confronti di altri tre tifosi che nel giorno degli arresti non stati trovati in casa. Sale dunque a 11, da quanto si apprende, il numero degli indagati. Entro questa sera e domani il gip dovrà dunque decidere se convalidare gli arresti e se accogliere la nuova richiesta di domiciliari avanzata dalla Procura.
Oggi la difesa - gli avvocati Alessio Spadafora, Giovanni Merante, Antonella Canino e Francesco Iacopino - ha chiesto che venga riconosciuta l’inefficacia dell’arresto poiché a nessuno degli indagati è stato notificato il verbale di arresto. Per quanto riguarda la misura cautelare, l’avvocato, depositando documentazione difensiva, ha chiesto che non venga applicata nessuna misura cautelare.
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Tre sono gli episodi di resistenza aggravata e danneggiamento che vengono contestati agli indagati. Il primo caso sarebbe avvenuto alle 16:30 all’entrata nello stadio “San Vito-Marulla” di Cosenza, dove gli indagati avrebbero divelto un cancello. Altri disordini sarebbero avvenuti alle 18:30, subito dopo la partita Cosenza-Catanzaro, nei parcheggi del settore otto.
L’ultimo episodio è quello più noto degli scontri davanti al McDonald’s a Quattromiglia di Rende a pochi passi dall’uscita dell’autostrada verso la quale si stavano dirigendo i pullman dei giallorossi.