L’avvocato Giuseppe De Pace ringrazia quanti erano presenti per dare l’ultimo saluto al 42enne ucciso da un’autobomba e punta nuovamente il dito contro presidente della Repubblica, della Regione, partiti e sigle sindacali
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L’avvocato Giuseppe De Pace, a nome della famiglia Vinci–Scarpulla, ringrazia, per la partecipazione ai funerali del loro povero figlio Matteo, «vittima della mafia che impera sul nostro territorio, i cittadini di Limbadi, presenti nella loro componente più nobile di operai, pensionati, professionisti, le associazioni antimafia “Libera” e “Agende Rosse”, la stampa e le tv , l’Arma dei Carabinieri, il P.R.C.».
Il legale d’altro canto «stigmatizza e condanna tutte le entità politiche e istituzionali – dal Presidente della Repubblica al Presidente della Regione fino alla Commissione Straordinaria Comunale di Limbadi, i cosiddetti partiti e movimenti politici di governo e di opposizione – che hanno dato prova di deplorevole indifferenza avendo mancato di dare un segno anche minimo di partecipazione al triste momento: «Senza lo Stato, la mafia non sarebbe nulla» (G. Falcone)».
Esprime altresì «il proprio dolore per l’assenza di rappresentanze sindacali, anche in considerazione della condizione sociale di Matteo.
Per quanto riguarda l’intellettualità che scrive pensosi libri e va per convegni, premi e targhe, alla ricerca di riconoscimenti della gente che conta, anche in questa occasione ha dato prova della sua conclamata pochezza – ma sopra essa stendiamo un velo pietoso».
Ribadisce anche in questa occasione che «Sara Scarpulla e Francesco Vinci continueranno la loro lotta per l’affermazione della giustizia, consapevoli di doverlo al povero figlio, che di tale principio ne aveva fatto ragione di vita; per parte loro, confortati dalla bella umanità che ha baciato quella bara, odieranno ancor di più gli indifferenti, peso morto della storia (A. Gramsci)».
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