Si è aperto questa mattina al Tribunale di Catanzaro il processo che vede indagati medici e operatori sanitari in servizio all’unità di Terapia Intensiva del policlinico universitario Mater Domini, tutti accusati di omicidio colposo per il decesso di Antonio Occhionorelli, 71 anni di Squillace, avvenuto nel maggio del 2014. Si tratta di Pasquale Mastroroberto, Giuseppina Mascaro, Luigi Irrera e Pasquale Napoli. Il primo accusato di “negligenza, imprudenza e imperizia” consistita “nell’aver tardato ingiustificatamente l’esecuzione dell’intervento di rivascolarizzazione miocardica” al paziente mentre gli altri sanitari risultano indagati per aver omesso la prescrizione e l’effettuazione di un emotrasfusionale.


Nel corso dell’udienza, presieduta da Laura Orlando, sono state respinte quasi tutte le richieste avanzate dalle difese dei sanitari, rappresentati dagli avvocati Ioppoli, Romeo, Vista e Savastano. Su richiesta del pubblico ministero, Andrea Buzzeli, e dalle parti civili sono stati, quindi, sentiti i testimoni - Luca e Savino Occhionorelli, figli della vittima e assistiti dagli avvocati Arturo Bova ed Antonio Lomonaco, - i quali hanno ricostruito le fasi che hanno condotto il padre alla morte.


«Particolarmente toccante è stato il contributo di Savino Occhionorelli, stimato professionista nel campo della medicina di Ferrara, il quale ripercorrendo le ultime ore di vita del proprio congiunto, alla luce del quadro clinico emerso in cartella», secondo quanto riportato in una nota, ha dichiarato in aula che «i medici non si sarebbero accorti che non c’era abbastanza ossigeno nel sangue per garantire la sopravvivenza di mio padre e, pertanto, la sua morte è tecnicamente simile a quella che può generare una camera a gas». Terminate le audizioni, l’udienza è stata aggiornata al prossimo 25 marzo.

 

l.c.