Tutti sono stati rinviati a giudizio per la morte di Antonio Occhionorelli. Questa mattina in aula le testimonianze dei figli: «Non si sono accorti che non c'era abbastanza ossigeno nel sangue»
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Nel corso dell’udienza, presieduta da Laura Orlando, sono state respinte quasi tutte le richieste avanzate dalle difese dei sanitari, rappresentati dagli avvocati Ioppoli, Romeo, Vista e Savastano. Su richiesta del pubblico ministero, Andrea Buzzeli, e dalle parti civili sono stati, quindi, sentiti i testimoni - Luca e Savino Occhionorelli, figli della vittima e assistiti dagli avvocati Arturo Bova ed Antonio Lomonaco, - i quali hanno ricostruito le fasi che hanno condotto il padre alla morte.
«Particolarmente toccante è stato il contributo di Savino Occhionorelli, stimato professionista nel campo della medicina di Ferrara, il quale ripercorrendo le ultime ore di vita del proprio congiunto, alla luce del quadro clinico emerso in cartella», secondo quanto riportato in una nota, ha dichiarato in aula che «i medici non si sarebbero accorti che non c’era abbastanza ossigeno nel sangue per garantire la sopravvivenza di mio padre e, pertanto, la sua morte è tecnicamente simile a quella che può generare una camera a gas». Terminate le audizioni, l’udienza è stata aggiornata al prossimo 25 marzo.
l.c.