L’imprenditore sotto scorta che mai avrebbe immaginato di compiere un atto d’amore verso la sua terra rimanendone lontano. Il richiamo alla politica regionale: servono azioni energiche e servono subito
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La Calabria osservata dalla quarantena nel Nord Italia. Mai nella sua vita, Nino De Masi – l’imprenditore di Rizziconi, simbolo della resistenza al racket, che del «restare al Sud» ha fatto la sua ragione di vita – avrebbe immaginato che per il bene della sua terra, almeno una volta, avrebbe dovuto accettare di starvi lontano. Egli è tra quei meridionali che anziché tornare a casa, quando poteva, dalle zone a rischio del Paese, non s’è mosso.
La crisi sanitaria…
«Stiamo passando un periodo drammatico – dice De Masi –. La nostra regione sta entrando in una crisi su due livelli.
Il primo è quello sanitario e presto tutti i deficit e le criticità, frutto di lustri di malgoverno e scelte scellerate della politica, verranno fuori». Spiega, l’imprenditore sotto scorta – come «il sistema sanitario calabrese sarà chiamato, alla luce di questi eventi, a compiere dei miracoli. L’impatto a cui sto assistendo nelle altre regioni, ad iniziare da quella nella mi trovo in questo momentoin quarantena, è devastante. E parliamo di una di quelle regioni considerate un modello a livello mondiale per ciò che attiene, appunto, la sanità. Si prevede un utilizzo massivo delle terapie intensive per diverse migliaia di posti letto. È una situazione che, in proporzione, investirà la Calabria. E da ciò, salvo miracoli, sembra non esserci via d’uscita. Non c’è qui, dove mi trovo, immaginate cosa potrebbe accadere giù a casa…».
…e quella economica
La seconda grave criticità – aggiunge - è legata al «collasso del sistema produttivo ed economico, anch’esso già zavorrato difficoltà pregresse imponenti». Sanità ed economia – evidenzia pertanto Nino De Masi –«metteranno in ginocchio i territori del Sud ed in particolare quello calabrese. Ci troviamo davanti ad una fase storica che va affrontata in modo energico, per cercare in qualche modo di realizzare quel miracolo necessario a limitare i danni. A questa situazione, disastrosa, terrificante sia dal punto di vista della salute pubblica che dal punto di vista dell’economia, mai verificatasi nella storia repubblicana, bisogna quindi dare risposte nette, così come egregiamente sta facendo il governo centrale, anche con l’apporto rilevante delle Regioni maggiormente colpite».
«Alla Calabria serve un governo»
La Calabria in questo contesto – ribadisce l’imprenditore sotto scorta - «ha urgente, disperato, bisogno che la politica tutta prenda il controllo della situazione e indichi una strada, un percorso per sperare di uscire e limitare i danni rispetto a ciò che si sta appalesando come un disastro. Chi è stato eletto per governare deve, ciò è categorico e non procrastinabile, deve assumere le redini del comando e fare quanto è necessario, fare da pungolo al governo, con un piano coerente sul livello sanitario di contrasto o limitazione dell’infezione da Covid19, e sul piano economico individuare in modo chiaro le strategie ed i supporti finanziari e non solo da dare alle imprese ed agli operatori economici».
Il richiamo alla politica calabrese
Nino De Masi evidenzia ancora come «assisteremo nelle prossime ore a un fermo totale di buona parte delle attività produttive, con un’onda lunga di tale effetto che per noi sarà devastante».
E quindi «la politica deve mettere da parte ogni divisione e correre immediatamente al capezzale della moribonda Calabria per metterla in terapia intensiva e farla rinascere. Questo – conclude - lo deve fare chi ha vinto, ma certamente non è immune da questo richiamo al dovere l’opposizione che deve uscire in modo forte e chiaro a pretendere che ciò sia fatto, richiamando tutti alle proprie responsabilità. Le elezioni ci sono state, i calabresi si sono pronunciati, chi ha vinto ha espresso i suoi progetti e (al di là se siano state o meno nascoste delle verità delle quali ognuno si assumerà la responsabilità) tutti sono chiamati a mantenere gli impegni in un contesto molto più grave e drammatico rispetto al passato. La Regione Calabria ha bisogno di uomini e donne che si spendano per il futuro della propria terra, non è il momento delle divisioni».