La Dda alla ricerca un’aula bunker a Vibo, sotto la lente i palasport

Stamane sopralluogo di un tecnico incaricato dal ministero al PalaMaiata, al PalaValentia e a Monte Poro. L’opzione del palazzetto provinciale in pole position: in ballo cinque milioni di euro

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di Stefano Mandarano
27 febbraio 2020
14:42

La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro cerca un’aula bunker nel Vibonese. Lo aveva anticipato il procuratore Nicola Gratteri nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario svoltasi il primo febbraio nel capoluogo di regione.

La portata epocale dell’operazione Rinascita-Scott, del resto, necessita di spazi adeguati per la celebrazione del maxi-processo ma, come ebbe a sottolineare lo stesso capo della Dda, la regione ne è sprovvista al punto che una possibile opzione sarebbe il ricorso all’aula bunker del carcere dell’Ucciardone di Palermo, già teatro del Maxi-processo di Palermo scaturito dall’operazione Cosa nostra del 1985. Oppure quella di realizzarne appositamente una.

 


Palazzetti dello sport nel mirino

 

Opzione che ha iniziato a prendere forma nell’idea di acquisire una struttura esistente abbastanza capiente ed attrezzata per ospitare un dibattimento storico che coinvolgerà oltre 400 indagati e centinaia tra avvocati, magistrati e giornalisti.

Così le attenzioni della Procura, sostenute dal ministero della Giustizia – che ha dato carta bianca a Gratteri – si sono concentrate sui palazzetti dello sport della città e della provincia di Vibo: dal recentemente ristrutturato palazzetto provinciale di località Maiata, al PalaValentia di proprietà del Comune (entrambi in uso alla Volley Tonno Callipo), fino al palazzetto dello sport di Monte Poro, struttura da tempo abbandonata e anch’essa di proprietà della Provincia.

 

Il vertice in Corte d’Appello

 

Serrate sono state le interlocuzioni in queste settimane tra i vertici provinciali dell’Arma, con in testa il comandante provinciale Bruno Capece e il luogotenente Pietro Santangelo, la società di pallavolo e il presidente della Provincia di Vibo Valentia Salvatore Solano.

Un dialogo ormai alle strette finali e che domani, venerdì 28 febbraio, culminerà nel vertice convocato in Corte d’Appello a Catanzaro, dal presidente Domenico Introcaso alla presenza, tra gli altri, del procuratore Gratteri, del presidente della Provincia Solano, dei tecnici dello stesso ente e del presidente della Tonno Callipo Pippo Callipo, in qualità di concessionario della struttura, nonché dei tecnici del ministero della Giustizia Marco Nasso e Salvatore Vizzini. Riunione decisiva dalla quale uscirà la parola definitiva sulla questione.

 

 

Il sopralluogo negli impianti

 

Proprio in virtù dell’importante vertice di domani, un sopralluogo si è svolto questa mattina nelle tre strutture prese in considerazione. Presenti il tecnico incaricato dal ministero della Giustizia, il tenente colonnello Capece e il luogotenente Mastrangelo, il presidente Solano, il vicepresidente e il direttore sportivo della Tonno Callipo Filippo Maria Callipo e Ninni De Nicolo.

L’emissario ministeriale ha passato in rassegna in primo luogo il PalaMaiata – che resta la struttura principalmente indiziata a divenire la sede della nuova aula bunker – ma anche il PalaValentia e il palazzetto di Monte Poro. Quest’ultimo sito rappresenta la proposta alternativa, formulata dalla Provincia attraverso l’ingegnere Maria Conocchiella che ha esposto le caratteristiche i punti di forza e debolezza delle tre opzioni.

Si tratta com’è noto di una struttura quasi mai utilizzata e da tempo dismessa che configurerebbe una riconversione virtuosa e permetterebbe al tempo stesso di mantenere inalterata la destinazione d’uso dei altri due impianti, già pienamente operativi in questo senso.

 

PalaMaiata in pole position

 

Ma è, oggettivamente, il PalaMaiata ad offrire le maggiori garanzie sul piano logistico e anche dal punto di vista della sicurezza in termini di ordine pubblico. Ampi parcheggi e adeguati spazi interni, dotazioni strutturali e logistiche consentirebbero di ospitare, con i dovuti accorgimenti, un processo così imponente in condizioni adeguate.

 

Quale casa per la Tonno Callipo?

 

Resta chiaramente in piedi il nodo Tonno Callipo. Sull’adeguamento del PalaMaiata, struttura che la Provincia ha dato in concessione alla società sportiva, il patron Pippo Callipo ha impiegato ingenti risorse allo scopo di allestire un impianto in linea con i criteri stabiliti dalla Lega pallavolo sulla capienza minima degli impianti di Superlega che prevedono almeno 3000 posti a sedere.

«Il desiderio di riportare la squadra nella sua città d’origine – ha dichiarato poche ore fa il presidente -, ci ha incoraggiati a impegnarci nella ristrutturazione del PalaMaiata di Vibo, conforme per capienza ma che, come si è potuto evincere dopo un primo sopralluogo, necessitava di una serie di interventi di ammodernamento. La prima spesa preventivata per eseguire i lavori ammontava a poco più di 100mila euro, ma in realtà per rispondere a tutte le prescrizioni della Commissione di Pubblico Spettacolo siamo arrivati a spendere circa 350mila euro».

 

Cinque milioni di euro sul piatto

 

Cosa farà quindi la Tonno Callipo nel caso in cui la scelta del ministero dovesse ricadere proprio sul palazzetto provinciale? In ogni caso alla squadra verrà garantita la possibilità di giocare le restanti cinque partite della stagione (tre delle quali in casa) al PalaMaiata.

Terminata la stagione, torna in auge la possibilità di intervenire sul “vecchio” PalaValentia, adeguandone la capienza dai 2500 posti attuali ai 3000 necessari. Opzione, questa, rispetto alla quale la Provincia sarebbe disponibile a metterci del suo, sostenendo gli interventi di ampliamento, previo accordo con il Comune che detiene la proprietà del PalaValentia, con parte dei ricavi della vendita del PalaMaiata. Vendita che da una prima stima potrebbe portare nelle casse dell’ente circa 5 milioni di euro. Tutto rimarrebbe inalterato se il ministero dovesse optare per uno degli altri due impianti presi in considerazione.

 

Vibo capitale dei processi di mafia

 

Insomma, un puzzle nel quale non sembra impossibile contemperare le legittime esigenze di tutti gli attori in campo e che porterà Vibo al centro del panorama giudiziario regionale (questa volta in positivo) dotando l’intero territorio calabrese di una struttura unica e all’avanguardia nella quale esercitare la solenne liturgia della giustizia.       

Giornalista
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