La Calabria ha preso una brutta china, così come il Mezzogiorno. E allo stato non si intravede una luce in fondo al tunnel. Ma il tempo per invertire rotta, e contrastare il fenomeno crescente dello spopolamento dei piccoli borghi, ancora c’è. Lo Svimez calcola che, tra qualche decina d’anni, il numero degli abitanti al Sud si ridurrà drasticamente: partiranno soprattutto giovani, determinando così un ulteriore impoverimento dei territori. Le politiche per cambiare passo? Al momento si stanno rivelando tutte inefficaci perché il problema non è stato affrontato, con gli strumenti giusti, a tempo debito. E cioè una ventina d’anni fa. E allora, bisogna agire subito. È questo il messaggio lanciato dagli ospiti del format di LaC News24 Dentro la Notizia, condotto da Pier Paolo Cambareri.

Inviato a Bianchi – in compagnia del sindaco del centro cosentino Pasquale Taverna e di quello di Scigliano, Raffaele Pani – il giornalista Salvatore Bruno che ha rappresentato in maniera concreta, e diretta, le pre-cause che favoriscono lo spopolamento: mancanza di reti viarie e ferroviarie di collegamento, mancanza di opportunità di lavoro e di servizi essenziali, mancate politiche di integrazione. Nodi che la Regione, con interventi mirati, potrebbe in parte sciogliere ferma restando un'azione forte da parte del Governo centrale. Un’azione che il giornalista Franco Laratta ha sintetizzato attraverso proposte dirette e concrete, subito applicabili: il ripristino dello smart working che consentirebbe a molti giovani meridionali impiegati in aziende del Nord a rientrare nei propri centri di origine e continuare a lavorare trasferendo qui parte dell’economia prodotta, sviluppare politiche di integrazione regolamentando i flussi migratori, creare una zona fiscalmente vantaggiosa sul modello Portogallo per richiamare in Calabria pensionati e loro familiari. Ovviamente, stravolgere gli assetti attuali del sistema viario e della sanità che, per i centri dell’entroterra, continuano a rappresentare un miraggio.

In questa direzione, due esempi concreti fatti dai sindaci. Pasquale Taverna ha raccontato l’esperienza del Servizio civile riattivato dopo anni, che ha consentito a 30 giovani di venire a lavorare in a Bianchi nella speranza che possano innamorarsi del paese e restarci per creare qualcosa di nuovo; Raffaele Pani, invece, ha illustrato l’esempio della comunità pachistana grazie alla quale è stato possibile salvare le classi: il 50 per cento dei piccoli discenti è di origini straniere. Due piccoli casi che, se replicati, potrebbero fare la differenza e salvare la Calabria. Una Calabria dalle mille potenzialità, così come dimostra la storia di Giuseppe Caruso, artista di Petilia Policastro autore di un murale (intitolato “Ansel”) che secondo uno studio internazionale rappresenta uno tra i sei prodotti artistici più emozionali al mondo. Un murale realizzato non a New York o Dubai o Berlino o Tokyo dove pure Caruso è stato e ha operato, ma a Petilia Policastro, nel profondo Sud d’Italia, dove ora iniziano ad arrivare tanti turisti per ammirare l’opera.

Ecco, storie intrecciate tra opportunità create dal nulla e problemi da affrontare nella speranza che il bando per il ripopolamento dei piccoli borghi che l’assessore regionale Gianluca Gallo ha preannunciato da qui a breve nell’intervista realizzata in Cittadella dalla giornalista Luana Costa, possa contenere elementi chiave come quelli emersi nel corso della puntata odierna di Dentro la Notizia.