VIDEO | Esasperati, arrabbiati e ignorati. Alcuni residenti di Piscopio, popolosa frazione che conta 2.500 abitanti, hanno abbandonato anche le più elementari precauzioni pur di approvvigionarsi. C’è chi attinge direttamente a un affluente del Mesima, tra i fiumi più inquinati della Calabria (ASCOLTA L'AUDIO)
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Un uomo fa rifornimento d’acqua, poi si fa il segno della croce: «Che Dio ce la mandi buona». Una preghiera che probabilmente potrà ben poco visto che l’acqua che ha appena immagazzinato in un piccolo serbatoio caricato nel portabagagli della sua auto, l’ha presa «allo scarico del depuratore».
L’inimmaginabile è ora realtà a Piscopio, popolosa frazione di Vibo Valentia, dove i rubinetti delle abitazioni sono a secco da due mesi, nel silenzio assordante dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Limardo. «Cosa sta facendo la nostra sindachessa», grida un residente costretto a rifornirsi addirittura attingendo ad un affluente del fiume Mesima, uno dei più inquinati della Calabria. Aiutati che Dio t’aiuta, si dice. Ma in questo caso significa pretendere davvero troppo dal Padreterno.
«L'acqua è inquinata? Lo so, ma come faccio...»
In un paese semideserto in un lunedì di fine agosto, c’è un via vai di trattori che trainano le cisterne. Alcuni, come accennato, si riforniscono direttamente al depuratore, che scarica i liquami trattati nel fiume. «È acqua inquinata, lo so - spiega il macellaio del paese -. Ma ho 5 figli, come facciamo a lavarci?».
«Prendiamo l’acqua dallo sfiato del depuratore, quella per intenderci che va a finire nel Mesima», spiega con dovizia di particolari un altro cittadino, dimostrando di essere pienamente consapevole del rischio. «Ma non abbiamo alternative», aggiunge per lui un suo amico, intuendo l’obiezione che arriva puntuale quando raccontano come fanno per andare avanti.
Eppure, il problema è ben conosciuto a Palazzo Luigi Razza. Al sindaco si sono rivolti più volte. «Non conosciamo il motivo dell’assenza di acqua - commenta una donna -. Non ci rispondono. Dicono che risolveranno al più presto, ma quando? Intanto passano i mesi».
Il sindaco: «Non siamo andati in vacanza, stiamo intervenendo»
Il Comune nelle ultime ore ha effettuato un sopralluogo congiunto con la Sorical ed è stato disposto l’aumento della portata d’acqua nella zona. «Su questo problema l’amministrazione non è andata certo in vacanza - afferma il sindaco Limardo in una nota -. Per l’intero mese di agosto il dirigente di settore, coadiuvato dai tecnici della ditta e dell’ente, ha trascorso in prima persona intere giornate a Piscopio per analizzare punto per punto le possibili cause che determinano una carenza di acqua in alcune zone della frazione». A darle manforte è l’assessore al ramo, Carmen Corrado: «Al termine del sopralluogo, abbiamo stabilito i correttivi da attuare. Sorical ha garantito che provvederà ad aumentare la portata di 1,5 litri al secondo aggiuntivi rispetto ai 7 attuali. Ma non possiamo neanche sottacere altre problematiche che purtroppo, malgrado gli sforzi del Comune, continuano a perdurare, come le segnalazioni riguardo a possibili allacci abusivi, sui quali l'attenzione della Polizia municipale è massima».
Neppure un'autobotte
Nel frattempo, siccome con le promesse non ci si lava, ognuno si arrangia come può. «Guardate come mi sono attrezzato io», dice orgoglioso quello che si segna ogni volta che fa rifornimento. Apre il bagagliaio e ci mostra fiero la piccola cisterna portatile: «Ogni giorno vado al fiume, la riempio e approvvigiono casa mia». Chi può e ne ha il coraggio fa così. Ovviamente non tutti sono disposti a usare acqua frutto della depurazione dei liquami fognari. Ma bastano quelli che hanno deciso di ricorre a questa roulette russa per comprendere il livello di disperazione a cui si è arrivati in una frazione che è una specie di paese di 2500 anime, senz’acqua da mesi e nessuna autobotte della Protezione civile per rifornie i residenti. Figli di un dio minore che hanno provato a rivolgersi anche ai carabinieri, ai vigili del fuoco e alla Procura. Un disagio enorme soprattutto per anziani, malati e bambini. E allora, non resta che farsi il segno della croce. E che Dio gliela mandi buona.