VIDEO | I quattro nuovi arrestati hanno dai 18 ai 25 anni. Dalle carte dell'inchiesta emerge la collaborazione offerta dai cittadini ai carabinieri per ricostruire la vicenda
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Sono indagati per lesioni personali pluriaggravate in concorso, lesioni gravi pluriaggravate in concorso e porto di armi od oggetti atti ad offendere, i quattro giovani cutresi di età compresa tra 18 e 25 anni, arrestati questa mattina dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Crotone sulla brutale aggressione avvenuta a Cutro il 19 maggio scorso. Il padre e il fratello di una ragazza furono vittime di un vero e proprio pestaggio eseguito anche con cinture, mazze da baseball e pali in ferro. Una spedizione punitiva che avrebbe organizzato, con l’aiuto di amici e familiari, l’ex fidanzato della giovane, dopo essere stato lasciato, e per la quale l’8 giugno erano già state arrestate 11 persone.
Il ruolo degli indagati
In particolare, le indagini – che si sono avvalse anche di intercettazioni, analisi dei tabulati e perquisizioni - hanno permesso di attestare la presenza dei quattro nuovi indagati «nella seconda parte della brutale aggressione, quella che si è consumata nel pieno centro cittadino di Cutro, a poche centinaia di metri dalla nostra caserma dei carabinieri. Ci fu una vera e propria chiamata alle armi da parte dei soggetti colpiti dalla prima ordinanza» spiega il comandante della compagnia dei carabinieri di Crotone, Francesco Esposito.
I cittadini hanno collaborato
La vicenda suscitò particolare clamore per la brutalità con cui l’aggressione era stata compiuta, e che arrivava a seguito di diversi episodi di minacce rivolte al fratello della ragazza da parte dell’ex di lei e da suoi familiari. Non solo: dai racconti della giovane emersero anche offese, limitazioni alla libertà e umiliazioni che sarebbe stata costretta a subire dall’allora fidanzato. «Ho riscontrato personalmente da parte della cittadinanza di Cutro una vicinanza alle persone colpite da questa terribile vicenda» sottolinea Esposito, che rispetto alla prima fase delle indagini, ora tiene a evidenziare la «collaborazione fattiva fornita dalla cittadinanza ai carabinieri. È la cosa che ci fa più piacere».