VIDEO | Presentato ricorso anche per la nomina del procuratore aggiunto di Catanzaro Giulia Pantano. I reclami sono stati depositati davanti al Tar del Lazio
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Il procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, ha presentato il 30 agosto scorso, due ricorsi avverso le nomine di Alessandro D’Alessio, quale nuovo procuratore capo di Castrovillari, e di Giulia Pantano, quale nuovo procuratore aggiunto di Catanzaro. I reclami sono stati depositati davanti al Tar del Lazio, competente per gli atti firmati dal Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura.
Il Csm, infatti, il 16 giugno scorso, a seguito di un acceso dibattito avvenuto tra i consiglieri del Plenum, aveva scelto l’attuale pm della Procura antimafia di Napoli, in quanto la posizione della Manzini era al vaglio della commissione disciplinare del Csm, per un esposto presentato dal sostituto procuratore di Cosenza, Giuseppe Cozzolino su presunte irregolarità procedurali nell’assegnazione di alcuni fascicoli che riguardavano amministratori di Cosenza e non.
Stessa cosa dicasi per la scelta di Giulia Pantano, nominata dal Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura lo scorso 23 giugno. Anche in questo caso, il Plenum, nonostante la presa di posizione di Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo, in favore della dottoressa Marisa Manzini, aveva deciso di virare sull’attuale pm della procura di Reggio Calabria, indicata per lavorare al fianco di Vincenzo Capomolla, Giancarlo Novelli e Nicola Gratteri. Si ricorderà, inoltre, che il posto di procuratore aggiunto di Catanzaro era libero dal giorno in cui la prima commissione del Csm, aveva spedito a Potenza il magistrato Vincenzo Luberto, accusato dei reati di corruzione, favoreggiamento, falso, omissioni d’atti d’ufficio e rivelazione del segreto d’ufficio.
Dunque, una nuova grana per il Csm dopo i casi di Marcello Viola e Francesco Lo Voi che sia al Tar del Lazio sia al Consiglio di Stato, hanno ottenuto pronunciamenti favorevoli contro il procuratore capo di Roma, Michele Prestipino, nominato - secondo i giudici amministrativi - senza avere i requisiti necessari per ricoprire tale incarico.